Sono ostetrica: come posso aiutare le donne che vogliono abortire?

Risponde Don Gigi Di Libero sdb

20/07/2010
Domanda: «Sono ostetrica. Vorrei chiederle come posso aiutare le donne che chiedono di interrompere la loro gravidanza. Sono credente e praticante e scelgo di non partecipare a questi interventi con l'obiezione di coscienza, ma la mia coscienza in realtà mi rimprovera di essere ipocrita, di non aiutare queste donne, di lavarmene le mani, lasciando a una collega il "lavoro sporco", solo per poter restare nella Chiesa e partecipare ai sacramenti. Questi pensieri, uniti alla conoscenza dei disastri e delle morti che può provocare ed ha provocato in passato l'aborto clandestino, mi spingono a riflettere e mi fanno venire la tentazione di partecipare agli interventi di aborto volontario. Per ora sto seguendo gli insegnamenti della Chiesa e anche il mio sentire umano (per un'ostetrica che ha studiato embriologia e vede nascere è ancora più difficile), ma è davvero più cristiano opporsi e basta? non bisognerebbe aiutare queste donne a fare scelte diverse? a cosa serve il mio no, se tanto l'aborto viene fatto da una collega? solo alla mia tranquillità e al mio tornaconto? Certe volte preferirei condividere il peso di questa azione con la donna che sto cercando di aiutare piuttosto che rifiutarmi. Alla fine chi può dire di essere puro? io ad esempio ho usato male della sessualità in passato da sola e con un ragazzo.....solo perché non ne è nato un figlio o perché comunque lo avrei accolto sono migliore di queste donne, magari provenienti da situazioni di disagio economico e culturale? lo so, non è bello usare il proprio peccato per giustificare quelli altrui, ma davvero mi sento come i farisei con la pietra in mano e Gesù che dice: "Chi è senza peccato....". Grazie »


Risponde Don Gigi Di Libero

Tento di vedere i suoi problemi di coscienza e di delicatezza spirituale oltre che di misericordia e di vera compassione con queste donne sofferenti che dolorosamente si trovano di fronte alla decisione di abortire.
Prima di tutto noi credenti non vogliamo l’aborto (e quindi neppure di collaborare alla sua esecuzione nel caso di medici e infermiere) perché crediamo che solo Dio è padrone della vita e che non è mai in nostro potere uccidere un essere vivente: non ci sostiene in questa scelta difficile e coraggiosa la semplice convenienza di restare nella Chiesa in quanto obbediamo e quindi per la convenienza di poter ricevere i sacramenti … o per altre motivazioni esteriori di qualunque tipo … 
La nostra è una difficile, ma convinta obbedienza a Dio nello sforzo di essere coerenti pur rendendoci conto dei problemi e delle sofferenze che sono in gioco.
Problemi e sofferenze che, se si pensa bene, non verranno in nessun modo risolti e salvati togliendo la vita a un essere umano che non ha certo colpe e responsabilità nei confronti degli sbagli e delle violenze che possono essere legate al comportamento sessuale della donna e della coppia in gioco.
Poi vorrei riflettere sul mi sento come i farisei …
I suoi dubbi e la sua sofferta partecipazione al dolore, a volte alla disperazione, di altre donne con cui lei viene a contatto per lavoro, garantiscono che il suo atteggiamento interiore è ben diverso dai farisei descritti nel vangelo e che Gesù stesso ha obbligato a cambiare atteggiamento e modo di relazionarsi con chi è in difficoltà e in balia del male e del disordine …
I farisei si permettono di giudicare e di condannare … e non il peccato e il male in sé (come deve essere fatto per riconoscere il bene da fare e il male da evitare e purificare) ma le persone che per mille povertà e difficoltà della vita hanno sbagliato e si trovano in drammatiche situazioni che fanno soffrire e ci distruggono interiormente …
I farisei emarginano facendo pesare la loro superiorità e purezza morale e di comportamento che poi a volte è solo fortuna o mancanza di occasioni per mostrare la propria debolezza e povertà …
I farisei si difendono dal peccatore e dal disgraziato emarginandolo e non avendo più con lui nessun contatto e relazione … per salvare la propria purità e integrità … e buon nome … e mani pulite …
I farisei non si accorgono mai, con gli occhi del cuore e delle viscere di misericordia che in ogni individuo che poveramente sbaglia ed è vittima o artefice del male c’è sempre una persona che soffre e sdi distrugge e che ha bisogno, in ogni cosa e al di sopra di tutto, di amore e di vicinanza accogliente…
Pertanto come lei molto correttamente si interroga, non è cristiano opporsi e basta, lavarsi le mani, e abbandonare al proprio destino chi soffre e si trova nei guai
Si, il Signore le chiede di stare vicino umanamente e cristianamente a queste donne che vogliono prendere questa drammatica decisione, che noi sappiamo essere sbagliata e che le farà soffrire interiormente ancora di più … lasciando ferite incolmabili …
Stia loro vicino, aiutandole in tutto quello che può perché si sentano accanto una amica che le comprende, anche se non approva e non vuole partecipare a quella decisione …
Se le faccia amiche per dar loro il coraggio di sperare e di continuare a vivere per riparare lo sbaglio che stanno facendo e per aprirsi alla speranza e all’amore convincendosi di non ripetere più una simile decisione di morte in futuro …
Faccia di tutto per aiutarle anche fisicamente e per trovare persone e istituzioni che le aiuti e sorregga e le faccia crescere nella speranza …
Se riesce diventi loro amica anche fuori delle strutture ospedaliere e si accompagni a loro nella vita per consolarle e per farle sentire in compagnia e amate …
Quanto bene può fare per loro e con loro … Gesù la invita a farsi buon samaritano con loro e non a lavarsene le mani, umiliarle ed emarginarle ancora più di quello che già ha fatto la vita!
Chi può dire di essere puro?
La meraviglia del Vangelo di Gesù è proprio che tutto il bene di cui sopra non lo deve fare solo chi è perfetto e non ha mai sbagliato nella sua vita … ma possiamo farlo noi che pure abbiamo peccato e siamo peccatori a nostro modo e a volte siamo solo stati fortunati perché non abbiamo avuto conseguenze drammatica da pagare …
Le nostre colpe ci fanno essere ancor più misericordioso e pronti a comprendere, ad aiutare, ad amare …. Anche se non possiamo fare mai il male o partecipare ad esso attivamente per coerenza con al nostra fede e il nostro sommo amore a Dio.
Proprio perché non ci sentiamo superiori e puri, possiamo amare di più e intensamente coloro che, nostri fratelli e sorelle, si trovano in difficoltà e schiavi di un male e una sofferenza da cui vogliamo liberarli con la Grazia di Dio!
Auguri e coraggio.