Peccato mortale è una violazione dei Dieci Comandamenti?

Risponde P. Giuseppe Pirola sj

04/01/2010
«Nel Catechismo cattolico il peccato mortale è una violazione intenzionale dei Dieci Comandamenti (in pensieri, parole od opere) commessa nella piena consapevolezza della gravità della materia e che determina la perdita della salvezza, la quale può essere riacquistata mediante il ravvedimento e il perdono di Dio. Il peccato potrebbe essere una violazione dei Dieci Comandamenti o un peccato di minore gravità, commesso però involontariamente e/o senza il pieno consenso. Invece di rovinare la propria relazione con Dio, il peccato veniale non provoca la perdita della vita eterna.
Nel caso trasgedisco un comandamento, es. masturbazione o non mettere Dio al primo posto, vedere quadri/ statue con donne nude, desiderare donna d’altri, ecc. , e sono consapevole che è peccato mortale in quanto affermato dalla chiesa nel suo Catechismo o detto dal confessore, ma lo faccio lo stesso, quindi volontariamente con piena consapevolezzza / consenso e con materia grave, è sempre peccato mortale ? Grazie.»
 
 
Risponde P. Giuseppe Pirola sj
 
Il catechismo dà solo criteri generali per giudicare se l'azione determinata nei particolari compiuta da un individuo sia peccato mortale. Ma non si può passare meccanicamente dai criteri che dicono in teoria se un'azione sia peccato mortale o no a stabilire che un individuo facendo in pratica la tal azione ha commesso peccato mortale o no; i peccati sono atti determinati individuali e quindi occorrono altre informazioni che solo chi ha compiuto l'azione può dire. È quello che un sacerdote fa in confessione, parlando con il penitente.
Rispondendo all'altra sua domanda: non ci sono peccati più o meno gravi. Tutti i peccati mortali sono tali perchè hanno lo stesso effetto di toglierci lo stato di grazia o di rompere la relazione con Dio. Peccato più o meno grave esprime un nostro giudizio, sulla base delle conseguenze qui in terra, (ad es. un omicidio), non quello di Dio.
Giuseppe Pirola s.j.