«Sono un adolescente di 14 anni!! Io cado sempre nel solito peccato, la masturbazione, però non so se c’è la piena volontà; in poche parole cerco di resistere perché so che è peccato però arrivo ad un certo punto che non "capisco più niente", cado, e solo dopo aver finito mi rendo conto di ciò che o fatto e dico a me stesso: "ma che ho fatto? Di nuovo?" E mi affido immediatamente alla infinita misericordia del Signore Gesù! Come dice san Paolo faccio il male che non voglio.... Dopo l’ultima confessione sono ricaduto in questo peccato!! Mi devo andare a confessare immediatamente per ricevere l'Eucaristia? È peccato mortale? Mi dica tutto grazie.»
Risponde (30.12.09) Don Gigi Di Libero
Devo anche dirti che forse sarebbe bene che tu avessi la pazienza di dialogare sul tema che proponi, con calma e in più momenti, in modo da poter interferire, chiedere, specificare problematiche e approfondire quello che ti sta più a cuore.
Si tratta di un tema delicato ma essenziale per la tua vita e la tua crescita serena e sino alla maturità equilibrata e forte.
Pertanto ho pensato di fissare alcuni punti forti ed essenziali (secondo me) come apertura di dialogo, se vorrai e ne sentirai la necessità, potrai rispondermi e approfondire ulteriormente o fare altre e più specifiche domande.
Sarò lieto di ascoltarti con calma e disponibilità e risponderti in quello che potrò per accompagnarti almeno su questo problema e in questo periodo di difficoltà che stai vivendo.
Ecco dunque alcuni punti che mi sembrano prioritari e urgenti e che ti possono aiutare sin da subito:
- Ti invito ad uscire da una “situazione di ansia” (evidente nella tua e-mail) che ti crea paura del problema (la tua persona – la gestione della tua sessualità come espressione di te stesso – la gestione della sessualità dell’altro che viene in contatto e relazione con te e con i tuoi desideri e comportamenti …). Questo comporta un lavoro serio e costante (che ti costerà fatica … ma col tempo genererà tranquillità e pace interiore):
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Un secondo lavoro che ti aspetta e che devi affrontare con priorità è quello positivo e ottimista di dare a te stesso
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forti e positive motivazioni per capire il dono della sessualità:
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una forte pulsione a cercare un “complemento-persona” cui donarsi per amore
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e non “fame di piacere” da procurarsi usando se stesso e/o anche l’altro come “cose” o “strumenti”
- di conseguenza cura una costante “pulizia” (igiene):
- della mente (pensieri, desideri, aspirazioni, fini da raggiungere con le nostre azioni e decisioni)
- della fantasia (immagini –foto, video, pubblicità, film,ecc- che sono sempre molto forti nell’influenzare i desideri e le passioni o immediatamente o ritornando a galla sistematicamente dalla memoria della fantasia)
- e del cuore (desiderio di donarsi e non di possedere o arraffare per godere o per eccitarsi, chiusi in se stessi e strumentalizzando tutti e tutto).
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Un terzo impegno forte ti invito ad assumere: non lasciarti mai andare a tempi vuoti, pigri, di “ozio” svuotante e annoiante …
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Si tratta di organizzare il tuo tempo riempiendolo con lavori, interessi, sport, relazioni interpersonali serie e solidali …
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Ti vorrei pregare vivamente di impegnarti, con un giusto orgoglio personale, a donare te stesso, il tuo tempo e le tante qualità e doni che hai in attività, gruppi e associazioni, esperienze di lavoro, di impegno, di solidarietà …
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Renditi utile, sfrutta i tuoi talenti, e realizzati forte e coraggioso “buttandoti via” nella solidarietà e nell’amore gratuito verso ideali forti, imprese belle e amici che soffrono e che abbiano bisogno… e ti ritroverai maturo, arricchito e anche sessualmente e affettivamente più equilibrato e capace di dominarti.
La masturbazione è peccato?
Non è facile e immediato rispondere. Ricorda che il Catechismo ci ha sempre insegnato che perché ci sia un peccato mortale ci vogliono tre condizioni:
a. materia grave (nella sessualità vissuta contro o fuori del progetto di Dio c’è sempre)
b. piena consapevolezza… da esaminare bene…
c. deliberato consenso… da esaminare bene…
Me ne devo confessare? Se c’è peccato mortale certo…
Ma mi permetto di consigliarti di valutarlo di volta in volta con un prete amico che ti guidi spiritualmente perché il tuo confessartene non si identifichi con momenti di scoraggiamento e umiliazione ma con momenti positivi: di conforto; di rafforzamento sentendoti amato, compreso e incoraggiato; di rivalutazione dell’impegno: rialzarti e andare avanti senza troppi piagnistei riconoscendo che, essendo deboli e fragili, abbiamo costantemente bisogno di Gesù e della sua Grazia.
Per ora mi fermo qui… e perdonami la lunghezza…
Avanti senza paura e con gioia.
don gigi di libero sdb