Mi confesso ma non riesco a fare la comunione: Dio mi perdonerà?

Risponde Don Gigi Di Libero sdb

02/04/2010
«È tutta la vita, che dopo essermi confessata mi vengono mille scrupoli e penso di non essermi confessata bene: mi vengono in mente peccati dimenticati e non confessati, e in particolare so che ricadrò nei peccati confessati per cui anche se c'è il pentimento il proposito di non peccare più non è veritiero. Un confessore non mi diede l'assoluzione perchè non potevo promettere che non avrei più usato un metodo contraccettivo (non abortivo). Per cui mi confesso ma non faccio la comunione per non cadere nel sacrilegio. Dio mi perdonerà?»
 
Risponde Don Gigi Di Libero sdb
Credo che uno dei doni più grandi che il Signore ci ha fatto è quello di sentirci dei figli e delle figlie libere proprio perché abbiamo un Dio che ci è padre e non giudice o terribile padrone.
– La libertà dei figli di Dio è la libertà di chi sa che Dio sta dalla sua parte e non gli manda i conti e le fatture da pagare magari con le penali per le dimenticanze e le inadempienze formali!
– Dio ci vuol bene, ci ama teneramente, fa il tifo per noi, lavora al nostro fianco e ci accompagna così come noi, con la nostra libertà, glielo permettiamo.
Se c’è una cosa che proprio non deve gradire sono i dubbi, le paure, le ansie e gli scrupoli.
A riguardo della confessione lei deve star tranquilla dopo aver accusato i suoi peccati con la dovuta preparazione e sincerità e non deve più mettere in dubbio il perdono ricevuto perché sarebbe segno, magari involontario, di poca fede: è come dire che Dio non mi ha proprio perdonato  … o lo ha fatto ma forse vuole ancora essere pagato di una penale … o forse non si fida di me ….
Lei capisce che questo non è fidarsi e abbandonarsi nelle braccia del Padre che ci accoglie, ci butta le braccia al collo e ci perdona per sempre e totalmente!
La saggia tradizione cristiana che conosce la debolezza umana anche in materia di fede consiglia di esprimere al termine dell’accusa dei proprio peccati una frase di questo tipo: "mi accuso anche di tutti i peccati della vita passata che avessi dimenticato o non avessi ben confessato e mi affido totalmente alla misericordia di Dio!"
Quanto poi al proposito di non peccare più.
Deve essere fatto certamente con sincerità e con impegno responsabile.
Ma tutti noi sappiamo di essere deboli e di non ipotecare il futuro: possiamo immaginare di ritrovarci in situazione di peccato per motivi e tentazioni e condizioni che ci metteranno alla prova e non sapremo superare.
Questa consapevolezza non toglie nulla alla sincerità del nostro proposito e quindi ci affidiamo al Signore che ci renderà forti e ci rialzerà se cadremo di nuovo, pur non volendolo fermamente oggi.
– Se sappiamo di essere molto deboli in certi aspetti della nostra vita, aumentiamo la vigilanza e la preghiera per ottenere forza e coraggio … m non mettiamo in crisi la sincerità e la serietà del nostro proposito.– Se non ci sentiamo di promettere di ricadere perché non riteniamo la colpa veramente peccato, dobbiamo cercare di capire il perché il sacerdote ci illumina dicendo che è peccato e non dobbiamo ricadere in esso. 
Si tratta di ragionare, essere aiutati e illuminati ed esser disponibili ad accettare la legge di Dio e la bontà dell’obbedienza alla sua volontà anche a costo di sacrifici.
Caso a parte è la problematica dell’uso dei contraccettivi dove si intrecciano problemi molto delicati e complessi che non possono essere certo affrontati e risolti in questa sede.
Le consiglio di trovare un sacerdote, in un momento di calma e di serena disponibilità, con cui ragionare sul tema in tutte le sue implicanze e trovare un cammino di coscienza che la tranquillizzi.
Ma la prego di uscire da questa situazione di scacco veramente mortificante e causa di sofferenza.
In ogni caso desidero proprio invitarla ad uscire da ogni ansia e scrupolo inutile: si accosti con fede all’Eucarestia che è la nostra forza e medicina, proprio perché siamo peccatori sempre in pericolo di ricadere, e si affidi con generosità alla misericordia infinita di Dio.
Come può pensare che Dio non la perdonerà? O che Gesù, che è morto per noi e quindi anche per lei e per la sua serenità e gioia, non si intenerisca d’amore e la perdoni anzi divenga la sua forza contro ogni ricaduta nel male?