Siamo nel cuore della Quaresima e la liturgia della Parola sta tracciando un percorso che ci porterà a risorgere con Cristo nel giorno di Pasqua. Fin dalla prima domenica abbiamo visto che i quaranta giorni che precedono la Pasqua sono giorni di deserto e tentazione. Nel deserto del nostro cuore avviene un combattimento, e mentre nella tentazione sperimentiamo la fragilità della nostra carne, facciamo al contempo esperienza della potenza di Dio che salva. Così la tentazione può diventare persino l'occasione in cui il nostro rapporto con Dio si rivitalizza.
Non possiamo però permetterci di attraversare il deserto senza gli strumenti necessari. L'esperienza della Trasfigurazione, contemplata domenica scorsa, ci ha fatto comprendere come il tempo di Quaresima non è un tempo di lotta in cui siamo soli contro il maligno, la nostra volontà sola contro gli spiriti infernali. No. La nostra forza nel combattimento è l'esperienza dell'amore di Dio che continua ad infiammare il cuore dell'uomo nonostante il deserto e la fatica. Chi sa di poter contare sull'esperienza dell'incontro con il Dio che salva, certamente non si fa sopraffare dalla paura ma porta vittoria perché non è solo.
In questa domenica, terza di Quaresima, ci viene donato l'episodio della cacciata dei venditori dal tempio. Siamo al capitolo secondo del vangelo di Giovanni, e Gesù, dopo aver compiuto il suo primo miracolo a Cana di Galilea, si reca a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. Secondo un'antica ritualità ebraica, era necessario, in preparazione alla Pasqua, buttare via i lieviti vecchi per entrare nella novità. Gesù celebra questo rito come un atto profetico: il profeta è colui che denuncia una situazione e provoca un cambiamento in nome di Dio. Così Gesù compie il rito, buttando via tutto ciò che indebolisce la tensione vitale dell'uomo verso le cose di Dio, manifestato dall'avidità, dal denaro, dal possesso.
Pasqua è vita nuova, accogliere Dio che regala una vita nuova. Per gustare la novità è necessario eliminare il vecchio, ciò che occupa lo spazio di Dio. Tante volte nelle nostre case desideriamo fare ordine, sistemare, pulire, mettere a posto. Non si può fare tutto questo se non si butta qualcosa: per fare ordine è necessario eliminare ciò che è vecchio, rotto, mal funzionante. Per accogliere la vita nuova è necessario eliminare ciò che ha contribuito a rendere la mia vita qualcosa di stanco, vecchio, cadente.
Da queste considerazioni comprendiamo il motivo per cui Gesù, al termine dell'episodio evangelico, mette in relazione il tempio con il suo corpo e con la verità dell'uomo. Il vero tempio da purificare è il nostro cuore. L'unico modo per farlo è passare dalla morte, come ha fatto Lui e per mezzo di Lui. Morte intesa come combattimento, perdita, purificazione da tutto ciò che vita non è.
Quaresima quindi è lasciarsi ammaestrare da Gesù che, entrando nel cuore dell'uomo, elimina ciò che è vecchio, falso, morto per dare novità, verità, vita.