Due tra i numerosi discepoli di Gesù, delusi dalla fine della storia del Maestro, mentre andavano verso Emmaus a una dozzina di chilometri da Gerusalemme, dove erano rimasti i loro colleghi, “s’erano fermati tristi discutendo tra loro dei fatti successi in città”. Erano malinconici e non avevano tutti i torti. Quel Gesù che aveva predicato e fatto miracoli, che aveva promesso di inaugurare il Regno di suo Padre, che s’era dimostrato sicuro davanti ai suoi crocifissori, “Distruggete questo tempio (del mio corpo) e io in tre giorni lo riedificherò”, era stato sepolto dopo la morte in croce e di Gesù, il cui nome significa ‘Dio Salva’, e di tante sue promesse non si aspettavano più nulla. Che delusione per loro che gli avevano creduto e l’avevano seguito! Cleopa, uno dei due, esprime al compagno la sua delusione e l’altro, di cui non è riferito il nome, condivide quello stato d’animo.
È l’evangelista Luca che narra i fatti. Gesù risorto si unisce ai due pellegrini, spiega loro le profezie che l’avevano descritto condannato alla croce e ucciso sull’infame patibolo e sepolto, prevedendo la sua risurrezione dopo tre giorni per non più morire. I due pellegrini lo riconoscono soltanto quando il Risorto, che essi invitano a rimanere in loro compagnia, sparisce ai loro occhi. Allora la tristezza lascia il posto alla gioia indicibile. Pieni d’entusiasmo ritornano a Gerusalemme per comunicare ai tutti la pasquale notizia.
All’anonimo compagno di Cleopa potremmo attribuire un nome: il mio, il tuo… SE io, tu…, non accettiamo Gesù come egli è, ‘Dio che salva’, potremmo cadere vittime della tristezza nelle circostanze difficili della vita. Egli ci resta sempre vicino, ma, SE dimentichiamo ch’egli è il Crocifisso Risorto, pensando a lui restiamo delusi. È vero che operava miracoli, che spesso guariva gli ammalati e talvolta risuscitava i morti, ma non era venuto nel mondo per risolvere i nostri problemi di salute! O meglio, quelli che lo accettano con fede e si affidano a lui risolvono anche i loro problemi umani accettando la sua ‘ricetta, “convertitevi e credete al vangelo”.
La salvezza totale da lui portata prevede l’accoglienza e l’accettazione che la sua storia sia modello della nostra: passione-morte-risurrezione. Non illudiamoci che la sua profezia “Hanno perseguitato me (il vostro pastore), perseguiteranno anche voi (mio gregge)”, faccia eccezione per noi. In misura diversa, personale per ognuno, le difficoltà della vita riguarderanno tutti. Egli resterà sempre con noi per sostenerci nei momenti di stanchezza e incoraggiarci in quelli di debolezza. Anche per ognuno di noi Gesù è “Dio salva”.