Nella liturgia domenicale viene riproposto a tutti i credenti il confronto onesto e vitale con una parabola di Gesù notevolmente forte e, mi pare di poterlo affermare, schiettamente polemica.
Colgo, e non me ne dispiace per nulla, un Gesù che con fermezza, onestà e trasparenza dice, a chi lo sta interrogando o semplicemente consultando, quello che pensa e soprattutto come leggere la vita e la storia con gli occhi di un Dio Padre che non ci tratta mai come bambini o irresponsabili esecutori nella storia privata di ciascuno e nella storia pubblica cioè di tutta l’umanità.
Nella parabola dei vignaioli omicidi, si evidenzia innanzitutto, per i suoi storici interlocutori del popolo Ebreo, una sintesi della “storia della salvezza” del popolo eletto nel passato e nel possibile futuro, se non si dimostra pronto e disponibile a convertirsi al progetto provvidenziale e misericordioso di Dio.
Certamente ad un secondo livello, e con un ampliamento corretto di prospettiva, si evidenzia in questa parabola un giudizio su tutta la storia dell’umanità in rapporto al progetto di salvezza del Dio Creatore e Signore della Storia.
Oggi vorrei soffermarmi, semplicemente, su una riflessione che a mio parere può maggiormente e direttamente interessare ciascuno di noi, in quanto inserito in questa storia di salvezza.
Ciò che caratterizza questi vignaioli omicidi è la loro convinzione di essere affamati di beni e di potere “padroni” tesi a dominare e approfittare di ogni possibilità della vita per riuscire i vincitori e veri conquistatori di tutti e di tutto soprattutto a tutti i costi e con qualsiasi mezzo, senza scrupoli di nessun genere.
Leggo nei diversi commenti consultati, espressioni come le seguenti:
“La responsabilità di aver ricevuto in dono, in patrimonio lo straordinario Vangelo di Gesù di Nazaret e di averlo sminuito, accantonato, utilizzato e di continuare a farlo è davvero un grande e continuo tradimento ed è imperdonabile, specie quando è voluto e calcolato.
Tanti però, a partire da chi riveste un compito di guida e di responsabilità si sentono padroni, usano tutto e tutti per i loro scopi di potere e di ricchezza; rifiutano, respingono, anche uccidono i profeti e i testimoni che Dio invia per rendere presente e vivo il suo insegnamento.
E questo non una, ma più volte.
Alla fine, il proprietario della vigna (che rappresenta Dio) invia il figlio (Gesù): ma quei contadini decidono di ucciderlo per ereditare quella terra e i suoi prodotti.
Quanti profeti: donne, uomini e comunità, non sono stati ascoltati, ma rifiutati nella Chiesa e nella società!”
Ecco, a mio parere il grande e rivoluzionario insegnamento per ciascuno di noi e in ogni epoca della storia umana: noi non siamo i “padroni” ma sempre gli “amministratori”.
Dio ha consegnato a ciascuno di noi doni infiniti e magnifici, frutto del suo amore creatore: il corpo, il cielo, la terra, ogni bene e milioni di fratelli e sorelle con cui condividere e creare la storia delle nostre esistenze.
Ci ha consegnato tutto con infinita magnificenza e fiducia: siate voi gli amministratori di questi beni e fateli fruttare con lo stesso mio stile di grazia, di misericordia e di infinita creatività perché il bene trionfi e si ingigantisca a misura del mio amore.
Noi, tentati dal maligno che mente per natura e per malizia, ci inorgogliamo davanti a tanti ed allettevoli beni e possibilità e ci trasformiamo malignamente in padroni che tutto vogliono arraffare e dominare e tutto valutano desiderano e trasformano per il proprio interesse e guadagno e non si fermano davanti a nessun ostacolo.
Non credo debba spendere molte parole per dire di che cosa è capace l’uomo “padrone”: basterà ripensare ai telegiornali e ai giornali di questa ultima settimana. Il vero dramma è che i nostri giovani vengono davvero educati così dalla nostra società e da noi stessi: siete padroni. Senza mai illuminarli sulla grandezza immensa e generosa di un amministratore onesto misericordioso e creativo!
I primi amministratori che Dio ha voluto accanto a se sono gli angeli: il 2 ottobre abbiamo festeggiato il nostro Angelo custode.
Proviamo a immaginare cosa farebbe di noi se si trasformasse da amministratore della misericordia e della custodia di Dio nei nostri riguardi in padrone che ci sfrutta e ci usa per i suoi fini egoistici e perversi!
don gigi di libero sdb