“Coraggio, sono io: non abbiate paura”.
Si fa presto a dire ‘coraggio’ e ad esortare a non avere paura! Nel caso raccontato dal vangelo di oggi si trattava del pericolo di vita finendo naufraghi nel lago, dove i discepoli di Gesù erano in barca sballottati dalle onde cercando di salvarsi. Se, però, che parla di coraggio e di fiducia in lui è Gesù, allora è tutta un’ altra cosa! L’avevano visto operare miracoli verso ammalati e indemoniati. Ora, forse, è pronto per farne uno per loro. Ma è proprio lui che parla e si fa sentire nel rumore della tempesta camminando sulle acque? Chissà? Pietro sente il suo invito: “Vieni a me”. “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te camminando sulle acque”. E Pietro si avvia a lui camminando sulle acque. Si fida di Gesù ma… non del tutto. Sta per affogare:”Signore, salvami!” E il Maestro lo salva e lo rimprovera: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”
Veniamo a noi. Quanti sono stati in venti secoli di cristianesimo i fedeli che si sono fidati di Gesù ma …non del tutto? Sembra, o è la verità?, che anche oggi ci siano cristiani, come siamo noi, di poca fede. In realtà la fede non è poca o tanta, ma di qualità assoluta o scarsa. La nostra, diciamo così, è scarsa. Conviene tipetere la risposta di quel miracolato del vangelo che a Gesù, che gli chiedeva se credeva in lui, rispose: “Signore, io credo ma tu aumenta la mia fede”.
Il Papa attuale ripete a tutti l’esortazione del suo predecessore Giovanni Paolo II, che lo rese famoso: “Non abbiate paura di Cristo. Apritegli porte e finestre”. Entri Cristo nelle nostre case, nelle nostre assemblee civili e politiche. Se ci fidiamo di lui e accettiamo sul serio le sue lezioni e i suoi incoraggiamenti, le tempeste che minacciano di naufragio la famiglia umana, lentamente, senza pretendere miracoli, e con la collaborazione di tutti le onde minacciose cesseranno di spaventarci.