In questa ultima domenica prima della quaresima, nelle comunità cristiane viene proclamato il Vangelo di Matteo che ci invita ad abbandonarci totalmente a Dio, liberandoci da ogni assillo e preoccupazione propria di chi non si sente amato e realmente sostenuto e protetto attivamente da Dio: l’unico nostro amore e nostro tutto!
Certo l’abbandonarci a Dio corrisponde alla volontà ferma, a volte davvero eroica, di mettere decisamente in secondo, terzo piano un mucchio di “valori” che, al contrario, vanno per la maggiore nella “cultura dominante” e, diciamo con franchezza anche se costa, ci schiavizzano sistematicamente e spesso subdolamente.
I soldi (averne tanti, sempre di più, in modo sicuro, che non scompaiano mai …);
il potere per essere sempre liberi di fare quello che si vuole, si dice per auto difesa …;
il successo per sentirsi sicuri di se stessi e finalmente vincere quella indistruttibile paura di non valere e di non essere per nulla preso inconsiderazione, stimato e valutato e così gratificato e avere la voglia di continuare a vivere ...
Oggi, sì proprio oggi, nel vortice della nostra convulsa società, che non si ferma mai e ci incalza e tallona sempre più ferocemente, comprendiamo molto bene che le seguenti domande non sono per nulla retoriche e incomprensibili: chi di noi può dire di non preoccuparsi? di non affannarsi? di non agitarsi mai?
“Non preoccupatevi” ... di che cosa?: del lavoro, la stessa carriera, l’affanno, la paura, l’angoscia, il timore del futuro, l’indecisione, l'incanto dell'effimero, l’idolatria dell’immagine, del corpo, della bellezza, del look, del cibo, del denaro, dell’avere, dell’accumulare, persino del divertimento spesso esasperato e trasformato in sballo, stordimento ...
E ancora: lo stress, l'affanno, la schiavitù delle nostre paure: paura del giudizio, paura di ingrassare, paura di non essere alla moda, paura di chi ci vive accanto, paura di morire, paura del domani ...
Mentre riflettevo sul coraggioso invito di Gesù di non preoccuparsi, m’è venuta alla memoria un famoso pezzo del Gruppo musicale Invers: NON PREOCCUPATEVI PER ME (SE FUORI PIOVE).
Il testo, tra il disperato e il provocante, canta così:
“non preoccupatevi per me se fuori piove ... non ho mai amato il sole ... se rispondo male ... se poi sto come un cane ... se resto solo ... io guardo sempre altrove ... io valgo poco ... non sono ancora un uomo ... se resto solo ... io guardo sempre altrove ... io valgo poco ... non sono ancora un uomo ...
ma ricordatevi di me
quando le nuvole saranno vuote
e non incontrerete facce amiche
nei nostri cuori germoglieranno pietre
Apparentemente sembra che si parli di un altro tipo di preoccupazione ... non c’entra il Vangelo di Gesù!
In realtà a me sembra che, con accenti strafottenti e arrabbiati, questi giovani cantino e indichino con forza la vera radice delle preoccupazioni che il Signore Gesù ci consiglia di non avere: le preoccupazioni nascono da cuori induriti in cui “germogliano pietre” ... che non ci fanno più amare e ci rendo disumani e disperatamente soli e abbandonati.
Noi, afferma Gesù, non ci dobbiamo preoccupare perché il nostro cuore è immagine del cuore del “Padre vostro celeste” e pertanto, mettendo lui unico centro di amore e di ogni ricerca e necessità della nostra vita, noi avremo tutto quello che possa dar senso e scopo alla vita stessa: avremo il cammino tracciato ... amare Dio e in lui amare noi stessi e i nostri fratelli con pienezza e generosità.
don gigi di libero sdb
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