Ultimo capodanno di un millennio

Questo millennio e quello precedente, sempre pervasi dalla presenza di Dio (almeno per chi lo vuol vedere)

09/01/1999

Non e' un millennio da poco.

Anche solo per dir qualcosa limitandoci al campo cattolico, il millennio era cominciato con Stefano I d'Ungheria, convertitosi da cinque anni al cattolicesimo e incoronato re dal Papa Silvestro II la notte di Natale (e canonizzato nel 1083, 45 anni dopo la morte, col figlio Emmerico e il suo ministro Gherardo).

Ma il nostro millennio ha visto nascere (e morire) san Francesco d¹Assisi, S. Domenico, S. Ignazio di Loyola, S. Filippo Neri, S. Giovanni Bosco, il Santo Cottolengo e una miriade d¹altri santi e sante più o meno famosi/e; ma ha visto anche lo scisma d'Oriente con la rottura tra la Chiesa occidentale e quella orientale, il Concilio di Basilea che afferma la supremazia del concilio sul Papa e quelli Vaticano I e II, che hanno proclamato e confermato il primato di Pietro; ma il millennio ha visto anche la prigionia dei Pontefici e l¹esilio di Avignone, le minacce di Hitler; ha visto le Crociate e l'Inquisizione; ha visto costruire la basilica di S. Ambrogio di Milano e le cattedrali di Modena e di Parma, ma anche il gotico; ha ascoltato il canto gregoriano e la polifonia di Palestrina, fino alle Messe rock dei nostri tempi; ha visto Dante e Petrarca, Michelangelo e Raffaello, ma anche Montale e Gracia Lorca e Picasso e Mondrian e Fontana; la Bibbia, primo libro stampato; l'invenzione della fotografia, della radio, del cinema e della televisione, dell'informatica e telematica; ecc..

Ma anche il millennio che finiva non era stato da poco: la nascita e la morte di Cristo, l¹uscita degli Apostoli in tutto il mondo e la Chiesa di Roma; le prime comunità cristiane e le persecuzioni, le catacombe; l'imperatore Costantino; l'arte romana e paleocristiana, quella bizantina di Ravenna e di S. Sofia a Costantinopoli, la Cappella Palatina di Aquisgrana; il cristianesimo e gli Unni, i Longobardi e i Visigoti , il Buddismo, il Maomettanesimo con le sue moschee, il Monachesimo, la rinascita carolingia; la conversione del re Clodoveo dei Franchi, di Recaredo dei Visigoti, della Britannia, della Germania; i grandi Concili, ecc..

L'ultimo capodanno del primo millennio avrà vissuto probabilmente la tensione del "mille e non più mille" del popolo cristiano (v. Predica 83): l'anno prossimo ci saremo o non ci saremo, se tutto salta? Tranquilli, rispondeva la Chiesa, ma tant'è... Pare che questa volta, molta tensione di quel genere non ci sia. C'e' invece un¹enorme tensione di divertimento.

Tra gli altri, "Panorama" (17.12.98) apre un servizio titolando "Capodanno: lo famo strano"; ed e' qua-si emblema dell'umanità impazzita che ha festeggiato con botti e champagne: emblema almeno di quell'umanità che i media c'hanno fatto credere, dai settimanali alle televisioni d'ogni colore.

Già la vigilia di Natale, Enzo Iacchetti in "Striscia la notizia" aveva detto: "Domani è Natale: si festeggia e si mangia, come se il Natale fosse una festa qualsiasi e non il ricordo del massimo avvenimento religioso dell'umanità; e a Capodanno, con un cappellino da Carnevale in testa, non aveva trovato di meglio che sturare una bottiglia di champagne.

Prendiamo anche lui come emblema di quest'umanità incretinita più che impazzita dai mass media. Ma non e' questa tutta l'umanità; anzi ne e' solo una minima parte. I media, p.e., hanno parlato ben poco di quei centomila giovani, di quasi tutte le nazioni d¹Europa e dell'Est, seguaci di Taizè, che riuniti a Milano hanno celebrato il capodanno pregando; e solo dopo si sono dati - e, mi dicono, molto compostamente per quanto serenamente e gioiosamente - alla festa profana, anche fino alle quattro del mattino.

Quasi tutti ospiti di altrettante famiglie (il card. Martini ne ha ospitati quattro nella sua residenza, i gesuiti circa 200 nelle case dei loro alunni), hanno dato un vero spettacolo di educazione e di sincera fedeltà cristiana; ben pochi erano venuti per curiosità o per interesse turistico.

Per questo quei centomila non hanno destato l¹interesse dei media.

Ai media interessavano e interessano i pochi stravaganti e trasgressivi perché vogliono farci credere ‹ e spesso ci riescono ‹ che tutta l¹odierna umanità sia di quel tipo, affinché tutti si riducano a quel livello; infatti chi manovra i media ha bisogno di popolazioni docili e ossequienti a loro e non alla propria coscienza critica.

Mi chiedo: quanti di noi cristiani hanno sentito il bisogno di cominciare l¹anno con una preghiera, se non proprio con una Messa a mezzanotte? D'altronde, non sono molti (se non erro) i parroci che hanno pensato opportuno offrire la Messa di mezzanotte ai propri parrocchiani.

Questa, ben più di quella natalizia sarebbe stata opportuna, proprio per far capire che il cristiano fa certo bene a celebrare con una Messa notturna il ricordo della notturna nascita di Gesù, ma ancora meglio fa se inizia il nuovo anno - che è realtà e non ricordo - rivolgendosi a Dio sia per ringraziarlo dei benefici ricevuti fino a quel momento , sia per chiedergli la paterna protezione per l'anno che si para davanti a tutti.

Ma sono sempre meno i cristiani che ci pensano: segno che la mentalità materialistica e consumistica dei media sta facendo breccia anche tra di loro, distruggendone un po' alla volta la sostanza interiore di credenti, il cui Dio e¹ Dio e non il loro ventre.

E' ovvio infatti che non e' con le orge trasgressive che ci si apre a un nuovo millennio, ch'e' tutto nelle mani di quel Dio che abbiamo ricordato una settimana fa: uomo come noi per il nostro bene. E infatti il nostro vecchio Papa, nel discorso di Capodanno ha insistito nel dire: "Come dimenticare tombe dei caduti, famiglie distrutte, pianto e disperazione, miserie e sofferenze; campi di morte, figli d¹Israele crudelmente sterminati, i santi martiri Non vuol dire condannare chi segue la pur recente tradizione del capodanno festoso; vuol però dire star con i piedi per terra e ricordare sia chi soffre o non ha i mezzi per festeggiare, sia il Creatore da Cui dipendono i giorni che ci attendono.

Siamo in un passaggio di epoca imponente e anche impegnativo per la nostra vita individuale e familiare, ma anche civile e sociale. Ciascuno di noi dovrà rispondervi, per come può, perché tutti noi, oggi, anche con i doveri civili, siamo responsabili della conduzione della vita pubblica.

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj