ARRIVA IL NATALE di mons. Giovanni Battista Chiaradia

…riflettiamo…

15/12/2013

Questo Santo Natale ci trova confusi. Troppi problemi che non trovano giusta soluzione: politica, lavoro, pensioni, anziani, malati, scuola, giovani, costo della vita.

Un mondo in cui regna l’immoralità diffusa, specialmente nei momenti principali e sacri della vita sociale. Doveri, promesse, giuramenti non osservati con la più sfacciata superficialità: indegni e pericolosi comportamenti.

Il bene c’é, e tanto, spesso nel silenzio, che vale più della parola: famiglie che lavorano con impegno, gente che soffre con dignità, che si adopera perché la convivenza torni all’ordine.

Un bene sommerso nella cattiveria, una luce che deve fare i conti con le tenebre fitte, ma è semente che darà i suoi frutti. Mai perdersi d’animo!

Il Santo Natale ci faccia riflettere: la famiglia, bambini, giovani, adulti per conquistare una disciplina che avvalori il cittadino, un’etica che confermi il cristiano.

Difatti la nostra civiltà è cristiana. Il tempo scandisce la vita di Cristo Signore che nel Natale ricorda la sua nascita, l’inizio ripetuto in duemila anni della nostra era. Siamo tutti cristiani: la nostra dignità di battezzati esige una vita limpida, un comportamento nella giustizia, un linguaggio sano, un equilibrio di consumi che tenga conto di chi manca del pane, della casa, dell’affetto, della cura perché sta male o è angosciato e sfiduciato.

Come creature di Dio, con il quale è doveroso avere un dialogo di fiducia, che abbassa il peso della materia e innalza i valori dello spirito, è necessaria dignità di vita.

Quando iniziai il mio ministero in questa Chiesa, mezzo secolo fa, non c’era vetrina di negozio che non presentasse un presepe, grande o piccolo che fosse. Sembrava una gara tra vetrine per rappresentare l’evento natalizio. Credenti o no, il Natale imperava nell’animo: era considerato non tanto come evento cristiano, ma come storia che ha sovvertito altri momenti storici, che ha dato un impulso alla civiltà, laddove c’era bisogno, specialmente, di alzarsi di tono.

Oggi ho paura che il presepe non ci sia più nelle strade. Quelle luminarie, quasi quasi, mi danno l’impressione di una rivalsa, di una sconfitta dell’evento cristiano, da parte di un laicismo che tenta di svuotare il sacro della sua volontà di donare alla storia il sublime del divino, unico per una civiltà vera, senza sotterfugi, senza luminarie senza senso.

In questo Santo Natale, in ogni famiglia ci sia il presepe o un piccolo Gesù Bambino da porre con grazia devota in mezzo alla tovaglia rossa o bianca: memoria del dovere, del puro, del sacro, vissuti insieme. Col Bimbo Gesù in mezzo a noi, ritroveremo la gioia di vivere, la bellezza della creazione, il gusto delle cose semplici, il piacere della famiglia, la tenerezza della preghiera, la meraviglia dello stupore… e nel cuore sentirai quell’armonia di voci che finisce in un ritornello: “Se non diventi come un bambino …”

Allora sei sicuro di aver celebrato il Santo Natale. Questi i miei auguri.

Giovanni Battista Chiaradia