Pregare: cosa e come - di Don Adelio Cola

Il fariseo e il pubblicano davanti a Dio

06/01/2008
Un giorno i discepoli di Gesù gli chiesero: «Maestro, insegnaci a pregare». Egli insegnò loro la formula del «Padre nostro». Ecco, dunque, che COSA dire quando si vuole pregare.
Il problema è un altro: COME pregare?
Gesù prese l’iniziativa di insegnare loro il modo giusto. Egli sapeva i rischi ai quali possono andare incontro coloro che pregano: possono pregare BENE o MALE.
A tal proposito il Maestro non volle proporre ai discepoli dotte lezioni teoriche sulla preghiera; scelse, secondo il suo solito modo di insegnare, di parlarne loro con esempi pratici e raccontò una parabola.  «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». (Luca 8, 9-14)
Dei due uomini della parabola, il primo ha pregato MALE.
 
Si possono raccogliere cinque motivi della preghiera mal fatta dal fariseo:
  1. Si rivolge al Signore e parla soltanto di sé e delle sue «opere buone»
  2. si confronta con gli altri, che giudica tutti peggiori di lui
  3. fa l’elenco dei suoi «meriti», che considera suoi «diritti» nei confronti con Dio
  4. fa’ anche di più di quanto prescritto dalla legge (il volontariato: digiuno, le decime)
  5. non chiede nulla a Dio perché si ritiene autosufficiente.
Conseguenza della sua preghiera: «Si è esaltato e uscì dal tempio non giustificato».
 
Il pubblicano, peccatore pubblico, ha pregato BENE:
  1. Riconosce le sue colpe davanti a Dio e si pente
  2. ha fiducia nella misericordia del Signore
  3. non si illude con se stesso giudicandosi «a posto»
  4. è umile, ama la verità della sua situazione spirituale
  5. implora dal Signore il perdono dei suoi peccati.
Conseguenza della sua preghiera: «Si è umiliato e tornò a casa sua giustificato».
 
Sempre a disposizione
Don Adelio Cola