Gesù aveva promesso: “Vi manderò lo Spirito Santo”. Pentecoste, quaranta giorni dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo ritornando al Padre, mantiene la promessa. Egli invia sul suo piccolo gregge riunito nel cenacolo con Maria, sua madre, lo Spirito della Verità. Ecco chi è la terza persona della SS. Trinità: è LA VERITÁ, tutta la verità. Niente la nostra anima desidera più ardentemente della verità: se la cerca dove essa è, la trova perché Essa si lascia trovare e si comunica a chi la cerca con amore. La verità ci rende liberi, l’errore ci rende schiavi. Forse abbiamo fatto anche noi l’esperienza che le cose stanno così. La storia dell’umanità è un seguito di continua alternanza di fedeltà e infedeltà alla Verità. Non è un gioco di parole, è la sintesi della storia del Vecchio Testamento e dei primi venti secoli del Nuovo. Quando ci si allontana da Dio Verità, si arriva all’infelicità. Quella eterna e definitiva sarà la condanna all’eterno errore infernale. Il primo a farne esperienza, senza possibilità di ritorno e quindi di eterna disperazione, è stato Lucifero; con lui gli angeli ribelli che l’hanno seguito. Noi siamo preavvertiti: alla fine della vita ascolteremo l’invito di Gesù giudice:”Vieni, servo buono e fedele, a partecipare per sempre alla felicità del tuo Signore”, SE avremo fatto di tutto per vivere nella Verità. Attenzione a quel ‘SE’, perché sappiamo bene che c’è anche la minaccia della condanna per chi volontariamente ha preferito seguire l’errore tradendo la Verità.
Tanto per essere concreti e non nasconderci dietro belle parole, qual è la Verità per noi, da ‘fare’ e non soltanto da ‘conoscere’? Una soltanto: la Volontà di Dio, l’obbedienza ai suoi dieci comandamenti, possibile a chi s’impegna e confida nell’aiuto onnipotente della grazia. (Don Adelio Cola)