Preghiera e fede - di Mons. Giovanni Battista Chiaradia
...manifesto di fede e confronto con Dio...
20/03/2011
DOVERE primario di ogni cristiano è la preghiera. Anzi, manifestare la propria fede è preghiera. Preghiera e fede poggiano sui medesimi gradini. Dio ha abbandonato la sua solitudine e il suo nascondimento, ha rotto il suo silenzio e con la sua parola ha rivelato il suo nome e la sua volontà all'uomo. La creatura umana può quindi entrare in relazione con Dio. La preghiera non è riflessione dell'uomo su se stesso, sulla sua natura e il suo essere, non è un ripiegamento su di noi, è essenzialmente un confronto personale con Dio che ascolta, vede e risponde.
La preghiera vede il mondo non chiuso in se stesso, come un tutto autosufficiente, ma avvolto dall'azione di Dio, dominato dalla Sua potenza. La persona umana non è lasciata sola di fronte alla vita, al mondo e alle sue potenze, ma sa che dietro il mondo c'è una presenza paterna che si è rivelata nella persona di Gesù Cristo e accetta di essere inserita nella sua stessa realtà che non lo abbandonerà mai nella solitudine.
Così l'uomo non è più costretto a fare affidamento solo su di sé o su un oggetto, un valore, una compagnia esterna; sa di avere dentro una potenza infinita. E se ne accorge anche lo stesso miscredente che, se si affida solo alle sue forze o alle realtà che lo circondano, corre il rischio di arrivare alla disperazione. Quanto al suo contenuto, la preghiera, come appare dai Vangeli o dalle lettere degli Apostoli, specialmente da Paolo, può abbracciare le cose più umili, le più elevate, le preoccupazioni del giorno o i problemi dell'eternità e dell'infinito, come può avvenire per un filosofo che tenta di entrare, oltre che nella scienza, anche nella sapienza.
Nel Vangelo di Matteo 6,9 e di Luca 11,2 la richiesta del pane e di tutto ciò che occorre al fabbisogno quotidiano è in forma collettiva: "Dacci oggi il nostro pane…, rimetti i nostri debiti…"
Gesù prega spesso in solitudine: quando spezza i pani e tutti ne mangiano a sazietà (Matteo 14,19) "Levati gli occhi al cielo recitò la preghiera"…; nell'Orto del Getzemani (Matteo 26,39 ss7 "Padre mio, se è possibile passi da me questo calice. Però non come voglio io, ma come vuoi Tu".
Con la preghiera la solitudine è infranta, è vinta. La preghiera è un fenomeno religioso universale di comunicazione col Divino. La troviamo con forti accenni razionali e poetici non solo in tutte le religioni, ma in tutti i popoli. Con essa la persona si innalza per domandare grazie e per unirsi al sacro, all'infinito.
Nell'ambito cristiano, la preghiera affonda le sue radici nella esperienza storica del popolo di Israele: un popolo che sapeva e sa pregare e che ha insegnato al mondo a pregare. Gesù, nato ed educato in questo popolo amante della preghiera, è il vertice della religiosità, maestro e modello della preghiera.
Come sarebbe bello essere uniti con loro e pregare insieme!
Mons. Giovanni Battista Chiaradia