San Giovanni Bosco - di Don Gigi Di Libero sdb
La santità è straordinaria nella sua quotidianità
29/01/2011
Nel vangelo che viene proclamato in questa domenica ritorna forte e consolante il giudizio di Gesù sulla vita dell’uomo pienamente realizzato, cioè che riesce a vivere il sogno di Dio Creatore: BEATI i poveri in spirito, … quelli che sono nel pianto, … i miti, … quelli che hanno fame e sete della giustizia, … i misericordiosi, …. i puri di cuore, … gli operatori di pace, … i perseguitati per la giustizia ….
Un manifesto di vittoria e di gioia di vivere con passione e coraggio l’esistenza umana!
Il trionfo del bene sul male e di un mondo che, a volte pensiamo esista solo nei sogni, mentre la grazia di Dio lo realizza in una miriade di esseri umani, a volte umili e sconosciuti, generalmente marginati dai potenti e da coloro che contano.
Proprio queste splendide ed impegnative parole del Signore mi hanno incoraggiato a dedicare a San Giovanni Bosco, che la Chiesa ricorda il 31 gennaio di ogni anno, questa “predica” (intesa come occasione adatta per riuscire a capire come il Vangelo illumini la vita di ogni uomo, anche se distratto o lontano da una vita e una pratica religiosa, “l’uomo della strada” come siamo tutti noi nella pratica quotidiana).
In quanto salesiano Don Bosco è per me un padre che mi ha conquistato e mi ha accettato nella sua famiglia per continuare, con tutti i miei limiti e anche con ciò che il Signore mi ha donato di buono, il suo carisma: amare i giovani come li amava Gesù e accompagnarli nel cammino di maturazione che li porta alle scelte fondamentali della loro vita e li aiuta a realizzarsi proprio secondo il sogno di Dio. Dio, infatti è un grande sognatore, poliedrico ed inesauribile, ed ha un sogno meraviglioso per ogni essere umano che viene generato alla vita attraverso l’amore umano, incarnazione continua della creazione divina.
Don Bosco è stato insignito dalla Chiesa di una grande titolo: “padre, maestro e amico” dei giovani. Un santo che si fa generatore di santi attraverso il cammino dell’educazione, non sempre facile né privo di sofferenze e di prove.
Ma proprio in questa sua missione, credo che la straordinaria parola “BEATI”, proclamata oggi nel vangelo, sia una parola che possa davvero sintetizzare l’ideale di santità, la passione educativa e la ricchezza di rapporto umano che don Bosco ha vissuto nella sua vita.
Lui l’ha saputo trasmettere, con grande efficacia, ai numerosi giovani che ha avvicinato e accompagnato e ce l’ha lasciata in eredità come spiritualità caratteristica e appassionante.
Quando Don Bosco ha voluto sintetizzare al giovanissimo Domenico Savio, suo allievo morto a soli 15 anni e proclamato Santo dalla Chiesa, lo stile di vita della sua casa e la spiritualità che lì si respirava come cammino di santificazione, si è espresso così: “Noi facciamo consistere la Santità nello stare sempre allegri e fare sempre e bene il nostro dovere”.
Ecco lo stile giovane e quotidiano della santità che Don Bosco ha vissuto e lanciato nella chiesa per potersi far capire e accettare dai giovani.
Ecco il segreto di una santità “feriale” e possibile a tutti, rispettosa soprattutto delle caratteristiche proprie dell’età giovanile che ha bisogno di amore e di gioia di vivere per crescere con quel sano ottimismo che crea personalità sane, robuste e serene: onesti cittadini e buoni cristiani, sintetizzava ancora don Bosco.
Mi pare, però, che si debba capire bene che cosa era ed è contenuto in quel semplice segreto: stare sempre allegri.
Non tanto la gioia esteriore e godereccia di chi non vuole preoccupazioni e problemi, né tanto meno responsabilità e sacrifici, ma preferisce vivere da fanciullone irresponsabile e con la testa piena di sogni e di pretese. Quanto, piuttosto, la serenità del cuore e della mente di chi affronta con gioia e impegno la sua vita quotidiana, sforzandosi semplicemente di vivere con puntualità e solidarietà la sua giornata di piccoli o grandi doveri e di gioiose a solidali relazioni di amicizia e di collaborazione con tutti i compagni di viaggio che il Signore gli ha messo al fianco.
Una santità del vivere bene e con impegno, con cuore semplice ma disponibile e con la mente sempre elevata a Dio che ci ama e alle idee di bene da realizzare nel proprio comportamento.
Una santità che non è straordinaria se non nella sua ordinarietà e quotidianità: ma che ti impegna giorno e notte ad essere serenamente te stesso: figlio di Dio che si sente amato e che vuole amare e pertanto essere e rendere tutti felici di esistere e di averti incontrato.
Questa è l’allegria di Don Bosco e della sua santità contagiosa: sono convinto che oggi più che mai abbiamo assoluto bisogno di questa “allegria” che trasformi i nostri cuori, le nostre relazioni e lo stile di tutta la nostra vita.
È un augurio che si trasforma in una preghiera a Don Bosco: intima e profonda, ma soprattutto urgente e necessaria per tutti, soprattutto per i giovani.
don gigi di libero sdb