Tralasciando a Voi l’episodio dell’apostolo Tommaso, l’uomo psichico ed anche forse un po’ nevrastenico, che richiede l’evidenza a Gesù per la sua fede, mi voglio fermare sulle due apparizioni del Risorto agli Apostoli entrambe avvenute nel primo giorno dopo il Sabato. Il giorno della domenica nasce con la Risurrezione di Gesù.
Gesù appare il primo giorno dopo il Sabato e dà agli Apostoli la pace.
Questo giorno prese il nome del «giorno del Signore» in latino «dominus» si dice «il Signore» di qui il giorno del Signore lo chiamarono «domenica».
Per i cristiani di allora alla domenica si applicava il terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste» quindi santificare la domenica. Che cosa significa santificare la domenica?
Significa fare della domenica un giorno per Dio, per noi stessi, per il prossimo.
Dopo sei giorni di lavoro, di affari e preoccupazioni, è bene fermarsi prima di iniziare la settimana e vedere se siamo sulla strada giusta, se stiamo realizzando lo scopo della nostra vita: che è lodare, riverire e servire in tutto e tutti Dio e il prossimo.
Il Signore offre alla domenica a tutti i credenti il grande dono di partecipare all’assemblea domenicale, la Santa Messa, in cui ci fa partecipare alla sua Parola e al suo Sacrificio, alla sua Mensa.
Prima di tutto si fa una preparazione penitenziale per chiedere perdono dei propri peccati se veniale, per quelli mortali commessi si richiede la confessione. (Il peccato mortale è quello commesso con piena avvertenza, deliberato consenso e che la nostra coscienza ci dice ancora «con materia grave»).
Preparazione penitenziale per assistere con animo retto all’ascolto della parola di Dio presa dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Parola di Dio che deve essere spiegata dal Sacerdote, ma, soprattutto, dopo aver seguito la spiegazione va meditata non solo con la nostra ragione umana ma con la richiesta allo Spirito Santo della «intelligenza sapienziale» senza la quale è difficile capire o almeno accettare la Parola di Dio.
L’intelligenza sapienziale rafforza la fede nella Parola e anche se non ce la fa a capire ci sostiene nell’accettarla sulla fiducia della fedeltà di Dio. È con questa spiritualità che dobbiamo ascoltare o leggere la Parola di Dio della Bibbia che non è un libro qualsiasi ma il libro della verità sull’uomo e sulla sua esistenza rivelata attraverso i profeti e gli apostoli ad ogni uomo dal Dio Padre, Gesù Cristo e Spirito Santo.
Oltre offrirci la sua Parola, a cui dovremmo dare anche altro tempo di lettura pregata, interiorizzata, calandola nella vita, il Dio Padre con lo Spirito Santo ci fa partecipare al sacrificio di Cristo e alla sua risurrezione e ci fa riflettere che non c’è risurrezione, felicità eterna senza morte cioè senza «sacrificio», parola distrutta dal nostro consumismo e secolarismo. Infine si offre a noi come cibo che ci nutre e sostenta per raggiungere la falicità eterna. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’Uomo vi dona. Io amo il pane vivo disceso dal Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che vi do è la mia carne per la vita del mondo (per questo leggere tutto il cap. di Giov. 6 vv. 22-71).
Vogliamo la vera vita? Accostiamoci alla comunione sacramentale nella S. Messa con le debite preparazioni e un devoto ringraziamento.
La domenica è poi un giorno per noi stessi e la nostra vera libertà.
Abbiamo un corpo da ristorare, una mente da coltivare, una famiglia o amici con cui stare. Bisogna scoprire la bellezza e la necessità del riposo festivo come dono di Dio. In questo discorso rientrano anche il gioco e lo svago. Il gioco incanala in forme costruttive il nostro istinto di competere ed emergere, ci fa rompere lo stress. Anche andare allo stadio seguire le corse non è un male è una forma di svago collettivo, una forma di socializzazione. Attenzione a non riporre sullo sport attese sproporzionate che non può soddisfare. Di qui nasce la violenza negli stadi. Non di solo calcio vive l’uomo! E che dire della discoteca?
I giovani hanno diritto a divertirsi di scegliere i loro passatempi, come fanno i grandi. Però sono le forme innaturali che ha assunto e i malsani punti di vista, lo spaccio di stupefacenti, gli orari innaturali e malsani da tutti i punti di vista, insomma la strumentalizzazione interessata del divertimento dei giovani. Vorrei rivolgere una domanda ai giovani, facendo appello al loro cuore: ti sembra umano e degno di un figlio fare pagare ai genitori – sotto forma di notti insonni, di angosce di batticuore, di lacrime amare per tutta la vita – il tuo divertimento per qualche ora? Pensaci qualche volta il sabato sera nell’uscire di casa!
Il giorno dopo il sabato nel nostro linguaggio non evoca più l’idea della risurrezione, della festa della gioia, ma quella dei morti sulla strada.
Gesù direbbe «Il sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato» vissuto in quella maniera! Il sabato è per il suo divertimento, non per essere immolati alla moda e agli interessi dei «signori del sabato».
La domenica è un giorno per gli altri. Si può passare una domenica a sollevare una sofferenza, a giungere a sera pienamente soddisfatti ed arricchiti. È bello sentirsi utile a qualcuno spontaneamente, far fiorire un sorriso sul volto di chi di solito ha solo tristezza. Ognuno di noi deve rendersi conto che ha intorno a sé dei bisogni e delle sofferenze da alleviare. Ci sono anziani, persone sole, disabili. Anche questo è un modo di santificare la festa. Di ognuno di questi gesti Gesù dice «l’avete fatto a Me!».
Che la gioia del Signore santificando la domenica per Dio, per me e per il prossimo sia davvero la forza di tutti i cristiani. Buona domenica a tutti.
Padre Lorenzo Giordano SJ