Gli ultimi saranno i primi - di Don Adelio Cola

Odiare la vita per conservarla eternamente

28/02/2009
«Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (gv 12:25).
 
Le parole di Gesù ben si adattano a commento della dedica d’una strada della mia città: «A perenne ricordo di X Y martire della libertà».
Chi, dunque, non fugge davanti al pericolo ma sacrifica la vita per un grande ideale, viene riconosciuto degno di eterna memoria anche dal mondo.
Qui però Gesù si riferisce all’amore e rispettivamente all’odio per la propria vita in riferimento a Lui stesso ed alla vita eterna.
Al suo tempo, per condividere le sue idee e seguirlo imitandone il comportamento, era necessario abbandonare tutto, cioè il proprio modo di pensare e di giudicare le realtà del mondo. Egli non si regolava secondo le convenzioni comuni esaltando gli arrivati al successo, ma compatendo gli sfortunati e prendendo le difese degli «sconfitti». Dichiarava beati i poveri di spirito, gli umiliati e perseguitati, chi piangeva e soffriva per la giustizia e la verità.
Le sue «Beatitudini» rovesciano le categorie mondane di giudizio e rivoluzionano i criteri di giudizio che valgono davanti a Dio. Il suo modo di pensare e di agire rappresentava il nuovo modello di vita che avrebbe avuto come risultato e ricompensa «la vita eterna».
L’esigenza di Gesù, proposta allora ai suoi discepoli ed oggi ai cristiani, arriva al punto di «odiare la vita» in questo mondo per «conservarla per la vita eterna».
Al di là dell’apparente contraddizione di amore ed odio per il medesimo assoluto valore che è la vita fisica, egli intende sottolineare che di fronte al pericolo di compromettere il futuro eterno che ci attende dopo l’esperienza terrena, è necessario essere disposti a giocare il tutto per tutto, pur di non rischiare il peggio per noi.
Il commento pratico della sentenza evangelica ci arriva dall’esempio dei martiri, che scelsero di mantenersi coerenti con il programma eroico «la morte ma non peccati».
Anche oggi i cristiani sono chiamati al martirio. La testimonianza di vivere sempre – con tutti – dovunque come fedeli seguaci di Cristo, impegna fino a scommettere il tutto per tutto.  
Don Adelio Cola