Molti sono i momenti nella vita in cui siamo testimoni di grandi ingiustizie o siamo vittime delle medesime.
Se la giustizia è rettitudine e la rettitudine ci conduce alla saggezza, allora sarà necessario quello che, oggi più che mai l’umanità, soprattutto quegli uomini e quelle donne che rivestono incarichi di responsabilità verso gli altri, pratichino la giustizia come segno di comunione all’interno del diritto fissato dalla giustizia divina.
Oggi come oggi, incontriamo nel mondo comportamenti contrari a ciò: uomini e donne che desiderano fare a qualsiasi costo quello che vogliono della propria vita; ma anche, addirittura, quello che vogliono della vita degli altri, senza che gli importi nulla del bene comune. Desiderano trarre egoisticamente profitto nella propria vita da tutto quello che capita loro.
Vale dunque la pena sapere e ricordare che «il bene personale o l’interesse individuale non possono prevalere sul bene o interesse comunitario». È una norma di vita per una sana convivenza.
La liturgia della Parola, oggi, illumina agli occhi dei credenti quale deve essere il nostro modo di operare, con animo di essere giusti e retti di fronte a Dio in una sana convivenza di relazione con i nostri fratelli.
STRUTTURA DI RIFERIMENTO NELLA VITA:
giustizia e rettitudine a livello sociale: Tanto i governanti quanto i cittadini sono tenuti alla responsabilità degli uni verso gli altri. Nessuno è dispensato dai suoi doveri.
Coloro che hanno una responsabilità politica e l’obbligo di governare corrono il rischio di corrompersi con maggiore facilità, per via del potere e della posizione elevata rispetto agli altri, che li portano a dimenticare di loro e a lottare per mantenere il proprio posto, salvaguardando l’interesse personale, senza porsi il problema se gli altri soffrono o no.
Si spera che il politico e il governante capiscano che la virtù consiste nel servizio che rende migliore la società. Si spera, d’altra parte, che essi siano riconosciuti dalla comunità sociale come persone da amare e rispettare. Se queste condizioni non si verificheranno, la virtù si convertirà in vizio e all’interno della comunità sociale gli uni e gli altri svolgeranno solo un ruolo inutile come governanti e governati e saranno odiati e perseguitati.
giustizia e rettitudine a livello ecclesiale: Siamo coscienti dell’incarico che abbiamo ricevuto a partire dalla nostra vocazione di consacrarci al servizio.
Il pastore nella comunità non serve da solo, presta servizio in nome di Colui che lo ha chiamato, lo ha consacrato e lo ha inviato. Assumere questo compito con responsabilità vuol dire farlo con giustizia perché è un mandato del Signore; ma anche in santità perché va fatto rimanendo fedeli a Lui. Ci sono dei pastori che guidano il gregge come se fossero da soli e fanno dell’ovile un avamposto, si appropriano del gregge e trascurano il servizio. Saranno giudicati inutili quando apparirà il Signore nel momento che meno se lo aspettano.
giustizia e rettitudine a livello familiare: L’essere genitori in una famiglia non è un diritto, bensì un dono che nella natura umana si riceve da Dio e che i genitori convertono in un dovere quando assolvono con giustizia i loro obblighi.
I genitori dovranno capire che il loro obbligo non è tale davanti a Dio, ma è una corresponsabilità generosa, per via del dono dell’amore che è stato loro affidato; i figli non sono «un qualcosa in più», sono una parte di loro stessi, che costituisce un prolungamento della propria vita. Dovranno anche capire che amare e darsi ai figli non è diverso dall’«amare e consacrarsi a Dio». Ci sono di quelli che sono da meno o che degenerano nel loro amore di genitori. Sarà per loro una rovina e una disgrazia, perché piangeranno di generazione in generazione.
«Allora dunque, la giustizia e la rettitudine ci portano tutti al segno della comunione con Dio e alla convivenza fraterna fra i fratelli».
DIO BENEDICA E RENDA PROSPERA LA NOSTRA FEDELTÁ
Don Alvaro Ruiz
Traduzione di Luigi Zaffagnini
[Texto español]
Muchos son los momentos en la vida, en la que somos testigos de grades injusticias o somos victimas de las mismas injusticias.
Si la justicia es rectitud y la rectitud nos lleva a la sabidurìa. Ahora serà necesario el que hoy mas que nunca la humanidad, sobre todo hombre y mujeres que tienen responsabilidades con los demas, practicasen la justicia como signo de comuniòn en el derecho de la justicia divina.
Hoy por hoy encontramos en el mundo corrientes contrarias, hombres y mujeres que quieren hacer a cualquier costo su propia vida; aùn por encima de la vida de los demas, incluso sin importarles el bien comùn, quieren hacer provecho proprio en su vida de todo lo que se les ocurra. Bien vale la pena saber y recordar «el bien personal o el interes individual, no pueden estar por encima del bien o interes comunitario», es una norma de vida para una convivencia sana.
La litùrgia de la Palabra hoy, ilumina para los creyentes nuestra forma y manera de obrar, con el animo de ser justos y rectos de frente a Dios en una convivencia sana de relacion con los hermanos.
MARCO REFERENCIAL DE VIDA:
justicia y rectitud a nivel social: Tanto los gobernantes como los ciudadanos tenemos responsabilidades los unos para con los otros , no se excluye a ninguno de sus deberes.
Corren el riesgo quienes ejercen la polìtica y la obligacion de gobernar de corromperse con mayor facilidad, por el poder y la supremacìa de frente a los demas, que los lleva a olvidarse de ellos mismos y a luchar por permanecer salvaguardando sus intereses personales sin importarles si los demas sufren o no.
Ojalà el polìtico y el gobernante entendieran que la virtud en el servicio perfecciona la humanidad, y sera reconocido como persona amada y respetada en sociedad. Si no lo hicieren, la virtud se convertira en un vicio, y en la sociedad solo serian inùtiles odiados y perseguidos.
justicia y rectitud a nivel eclesial: Somos conscientes de la tarea que hemos recibido a partir de nuestra voluntad de consagrarnos al servicio.
El pastor en la comunidad no sirve por si solo, presta el servicio en nombre de Aquel que lo llamò, lo consagrò y lo enviò... asumir esta tarea con responsabilidad serìa hacerlo en justicia por ser un mandato del Señor; pero tambien en santidad porque lo hacemos en fidelidad a El. Ai de los pastores que se pastorean a si mismos, y hacen del rebaño un fortìn, se aprovechan del rebaño y descuidan el servicio, seràn tratados como a los inùtiles, cuando aparezca el Señor en el momento que menos lo piensen,
justicia y rectitud a nivel familiar: El ser de padres de familia no es un derecho, es un Don que en la naturaleza humana se recibe de Dios y que los padres convierten en un deber cuando asumen justamenete sus obligaciones .
Tendran que entender los padres que su obligacion no lo es de frente a Dios, sino una corresponsabilidad generosa, por el don del amor que se les ha confiado; los hijos no son «un algo mas» son parte de si que hace prolongacion de sus vidas y que amar y darse a los hijos, no es otra cosa que «amarse y consagrarse a Dios». Ai de aquellos que son menos o se degeneran en su amor de padres; serà para ellos una ruina y una desgracia, que lloraràn de generacion en generacion .
«Ahora, la justicia y la rectitud nos lleva a todos al signo de comuniòn con Dios y convivencia fraterna entre los hermanos.»
DIOS BENDIGA Y HAGA PROSPERA NUESTRA FIDELIDAD.
Don Alvaro Ruiz