Se le parole non bastano perché sembrano oscure, allora si passa agli esempi.
Così si comportano a scuola i maestri nelle lezioni agli alunni.
Oggi vogliono spiegare l’effetto serra di grande attualità? Citano leggi fisiche e chimiche ma poi, per farsi intendere anche da coloro che fino a quel punto non hanno capito, passano agli esempi.
Così faceva anche il Maestro Gesù predicando il suo vangelo. Conosceva la durezza di cuore,oltre che di mente, dei suoi uditori e quindi si esprimeva con esempi pratici, con parabole.
Ce n’è una in particolare che mi piace ricordare, anche perché risponde ad una domanda che spesso la gente si pone:-Come mai Dio ‘tace’ di fronte a tanto male che c’è nel mondo?-
Verrebbe da rispondere con qualche presuntuoso sapiente: perché Egli non c’è, oppure perché non sa ciò che succede quaggiù!
Ma questa non è una risposta, è tutt’alpiù un’affermazione gratuita buttata lì senza prove.
Il motivo è un altro e ci viene svelato dalla parabola riferita dall’evangelista (Luca 13,7).
Al padrone che ordina al contadino d’un albero di fichi che da anni non fa frutti, di farne legna da ardere, il dipendente suggerisce di aspettare ancora un po’ di tempo; poi, se proprio farà soltanto foglie…
Ecco perché Dio ‘tace’: egli ha pazienza e fiducia che, col tempo e le cure del contadino, l’albero …si converta!
Già, perché è di conversione che si tratta. Quell’albero ci rappresenta tutti.
Al di là della parabola, Dio ci conosce per nome ad uno ad uno e non ha bisogno che qualche altro lo informi su di noi e sui frutti di bene che …non portiamo.
Egli ‘tace’ e non interviene immediatamente a punire il male del mondo, perché, oltre che paziente, è fiducioso che con il tempo tutti ci convertiamo.
E’ difficile convertirci?
Certamente ma Dio è con noi ed egli è onnipotente. (Don Adelio Cola)