CRISTO RE… di don Giuseppe Marino

…Il mio regno non è di questo mondo...….

22/11/2015

L'anno liturgico si conclude con la festa di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'universo. Tutta la vita della Chiesa confluisce verso il riconoscimento di Gesù come unico Signore e Salvatore che regna sull'universo non secondo la mentalità del mondo ma donando se stesso per la salvezza dell'uomo.

Per aiutarci a scoprire il significato più profondo di questa festa, la liturgia della parola pone alla nostra attenzione il processo a Gesù ad opera di Pilato.

Pilato interroga l'imputato e parte da una domanda: 'Sei tu il Re dei Giudei?'. E' una domanda che suona alquanto strana poiché Pilato non ha mai visto Gesù prima di questo interrogatorio e pertanto non può conoscerlo. Per questo motivo Gesù controbatte capovolgendo le parti: 'Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?'. Ora Pilato sembra trovarsi dalla parte dell'imputato ed infatti sembra rispondere imbarazzato: 'Sono forse io giudeo?'. A noi che ascoltiamo questa parola sembra quasi di percepire come Gesù attraverso questo dialogo voglia entrare nel cuore di Pilato. Fino ad ora Gesù per tutto il processo non ha proferito parola alcuna mentre proprio davanti a Pilato intavola una discussione. Quando Gesù parla entra sempre nel cuore di chi ascolta, aprendo il cuore dell'interlocutore alla conversione.

Così Gesù, che fino ad ora non ha mai risposto, ora parla svelando la sua condizione: 'Il mio regno non è di questo mondo...'. Il Regno di Dio è diverso, non si esercita con la forza, non viene secondo la logica umana, infatti i suoi servi non combatteranno. Anzi, quando Pietro tira fuori la spada, Gesù lo rimprovera. Proprio Pietro da lì a poco riconoscerà di non essere un vero discepolo. Il Regno di Gesù infatti è la Chiesa: non un regno umano ma divino e, quindi, con lo stile di Dio: un regno in cui siamo chiamati a regalarci gli uni agli altri. I servitori di questo regno, di conseguenza, stanno lì per entrare nello stile di vita del dono, non del combattimento.

'Dunque sei re?'. 'Tu lo dici'. Questo interrogativo sancisce di fatto il riconoscimento pubblico da parte di Pilato della regalità di Gesù. Pilato dirà in maniera oggettiva che Gesù è il Re. Come ha fatto a capirlo? Gesù incalza: 'Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce'. Pilato riconosce la vera identità di Gesù perché ha ascoltato la sua voce. Ogni uomo, anche il più cinico come Pilato, è sempre in attesa. Abbiamo visto tanti re, tante potenze, ma tutte ci hanno deluso. Chi resta in attesa, nonostante la delusione, arriva alla verità. Così Pilato scopre che solo Cristo ci porta il regno vero. Dobbiamo semplicemente permettere che la sua voce ci dica cosa conta davvero nella vita, qual è il regno vero, cosa c'è che nessuno ci può togliere, cosa resta per sempre, perché, infatti, la verità è ciò che non passa, ciò che conta.

L'atteggiamento apparentemente remissivo e poco combattuto di Gesù ci fa capire che la verità si difende da sola. Non c'è bisogno, per le cose di Dio, di essere aggressivi, violenti, impostori, conquistatori. Ciò che si conquista con la forza, certamente è destinato a scomparire. Ciò che è da Dio è da Dio e perciò certamente non passa. Ciò che non è da Dio non lo sarà mai. Per cosa combatti? Quanto sono necessarie le tue battaglie?

Il Signore ci conceda di diventare sudditi di questo re.