“Ma egli se ne andò perché aveva molti beni”.
Strano davvero questo comportamento d’un ricco possidente! Egli si allontana ‘perché’ è molto ricco. Ma da quando in qua uno si dimostra triste per il fatto d’essere troppo ricco? Da quando mondo è mondo, i soldi, molti soldi fanno felice chi li possiede! Tanto più che il Tizio del quale parla oggi il vangelo, non sembra che li abbia radunati in modo ingiusto, con furti e azioni illegali. E allora?
Per la verità, la sua tristezza non deriva dai soldi che possiede. Gesù l’ha invitato ad abbandonarli ed a seguire lui per vivere con lui e come lui. Il motivo della tristezza: è un altro. Egli non se l’è proprio sentita di mollare tutto e di seguirlo. Tristezza come conseguenza del suo rifiuto di accettare la chiamata di Gesù.
Altri, Pietro, ad esempio, e il fratello Andrea, Giacomo con il fratello Giovanni avevano accettato la chiamata e ad un certo punto gli hanno chiesto: “E noi, che abbiamo abbandonato tutto per stare con te, che cosa otterremo? ” La risposta del Maestro li ha rassicurati: Quasi nulla in questo mondo, anzi prove e sofferenze, come succede a me. Possederete la vita eterna, però, dopo questa breve vita.
Il Tizio del vangelo di oggi spera di godere quaggiù i benefici dei molti soldi che possiede e che gli consentiranno di trascorrere una triste vita felice…ma poi?
Non si tratta di mollare tutto e di vivere povero come Gesù. Ognuno riceve da lui una chiamata ‘personalizzata’, le vocazioni non sono tutte uguali. Tutte però esigono ‘distacco’ cordiale dai beni di questo mondo, ‘adoperandoli come se essi non esistessero’, perché non dureranno sempre.
Se sarà rammaricato il nostro Tizio della scelta, fatta quella volta nell’incontro con il Maestro?
Non lo sappiamo. Per lui, forse, era troppo tardi per ripensarci.
Per me, no. Non è mai troppo tardi!
Don Adelio Cola