« MI FA DIFFICOLTA’… pensare sempre all’Aldilà, mi confida uno studente di ginnasio, e mi viene mal di testa!»
Intanto non è necessario pensarci sempre e poi, che nel caso ti senta male, è più che naturale; succederebbe a chiunque.
Quando ti viene consigliato di non dimenticarti mai che la nostra Patria è di Là e che siamo in questa terra provvisoriamente e come di passaggio, non vuol dire che devi vivere come se già ti trovassi Altrove. Anzi: il pensiero di non rimanere sempre qui ti spinge ad impegnarti per fare tutto quello che dipende da te per …migliorare il mondo. Non ti sorprenda la frase.
Dio ha creato il mondo e l’ha affidato all’uomo «affinché lo lavorasse e lo custodisse» (Genesi, 2, 15). Il nostro impegno quaggiù è la collaborazione alla creazione di Dio.
Tutti i santi, a cominciare dalla Madonna a San Giuseppe della Santa Famiglia di Nazareth, hanno lavorato per procurarsi il necessario alla vita terrena e per aiutare i loro contemporanei. Anche Gesù ha lavorato, per trent’anni nel laboratorio di San Giuseppe. Il suo lavoro in seguito è consistito nel fare tutto il possibile per fondare e diffondere il Regno del Padre, cioè per compiere la Volontà di Lui che l’aveva mandato nel mondo come Salvatore. Occupava i tempi di riposo dal lavoro con la preghiera, e anch’essa era lavoro.
Ma, potresti obiettare, ho sempre sentito dire che la preghiera è più importante del lavoro; adesso sento dire quasi il contrario!
Mi spiego: non intendo affermare il contrario. Dico soltanto che per l’una e per l’altro ci sono tempi diversi. L’ideale sarebbe riuscire a lavorare pregando e così la vita diventerebbe tutta una continua preghiera. Con l’esercizio ci si arriva. Ricorda l’insegnamento di San Benedetto, che è diventato una specie di proverbio: ORA ET LABORA. Non dice «prega o lavora» ma «prega e lavora».
Come si fa? Si tratta di mantenere il ricordo della presenza di Dio sempre nella mente come in filigrana. Se tu osservi contro luce le carte moneta, scorgi delle immagini che non si vedono direttamente sulla loro stampa. Qualche cosa di simile si può raggiungere anche con il pensiero rivolto spesso a Dio durante il lavoro. Non si può tenere occupata la testa pensando esplicitamente sempre a Lui: l’abitudine di ricordarLo spesso e di fare tutto per la Sua gloria vivendo da buoni cristiani con fede e amore, ce Lo fa ricordare e vedere frequentemente e come per abitudine in filigrana.
Quello che ho tentato di spiegarti corrisponde alla cosiddetta intenzione virtuale di fare sempre la Volontà di Dio. Tu sai bene quale sia la differenza tra la realtà d’una persona e la sua realtà virtuale. La seconda ti fa venire in mente la prima. La «intenzione virtuale» impreziosisce quella «attuale», quando quest’ultima non c’è perché impegnata altrove, e, per quanto ci riguarda, arricchisce di merito soprannaturale le azioni che ci occupano nel nostro lavoro quotidiano.
Lo so, ti ho parlato di cose non sempre facili. Pensaci, rifletti su quanto detto e non aver fretta di aver capito tutto subito. Il cammino spirituale esige tempi e ritmi di solito lunghi, praticati con pazienza e perseveranza. (Don Adelio Cola)