Toscana atea o ignorante?

Viene commentato un recente convegno di atei svoltosi in Toscana

29/12/2004
L'amico dr G .S. mi internetta: «26.12.2004. Nei giorni sabato e domenica 21 novembre 2004 si è tenuto a Firenze il VI Congresso nazionale dell' UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) con il patrocinio della Regione Toscana e con tanto di lettera firmata dal Presidente Claudio Martini, pubblicata nel sito Internet (www.uaar.it) accanto a editoriali di fuoco dove il crocifisso, per esempio, è descritto come un "simbolo che gronda sangue". Inoltre vi sono proposte iniziative del tipo "Scrocifiggiamo l'Italia" e la possibilità di scaricare i nuovi moduli per lo "sbattezzo".
«A parte il pensiero piccino (o meglio, direi, il "non pensiero") dei suddetti "dissennati assertori" senza Dio, i quali forse pensano di essersi "fatti da soli" o magari di "autorigenerarsi" non le pare fuori posto, Padre, che un'istituzione pubblica quale una Regione (la Regione Toscana, in questo caso; mi sembra anche lo stesso Comune di Firenze) [che rappresenta una società di persone (da cui ha ricevuto mandato attraverso libere elezioni), molte delle quali con un proprio credo, una tradizione, una cultura, ecc. ecc.], per voce del suo presidente, possa vantarsi di patrocinare e augurare il successo di tali manifestazioni?»
Rispondo veramente addolorato e umiliato che dalla Toscana, la grande culla della nostra civiltà cristiana "dalla letteratura de la Divina Commedia di Dante,  alla Cappella Sistina  e alla Cupola di S. Pietro del fiorentino Michelangelo, giù giù fino agli attuali poeti e artisti toscani e fino a quel recente rivoluzionario sociale di La Pira" che rappresenta, in teoria legittimamente ma in pratica (occorre dirlo) proditoriamente, un complesso di intere popolazioni di fede, di convinzioni e di tradizioni cristiane, si esprima in quel modo proprio nel momento in cui essi si esprimono in nome di quelle popolazioni e loro credenze, chiaramente espresse nelle altissime percentuali circa l'insegnamento della dottrina cristiana nelle scuole e analoghe circostanze, senza poi ricordare le alte personalità degli Arcivescovi e Vescovi,  che hanno ricoperto spesso meravigliosamente quelle Cattedre, più d'una volta eroiche e storiche.
Direi che, alla base, più che vero e proprio ateismo, c'è una grande ignoranza e una incredibile sudditanza a quelle ideologie oramai chiaramente votate  a impossessarsi dei nostri beni e soprattutto della nostra cultura, ovviamente cristiana. E purtroppo ci si dimentica a chi facciano praticamente riferimento quelle ideologie tutte pulitine, ma puzzolenti: prima Stalin e oggi Bin Laden. I soldi non puzzano; ma puzzano fino al vomito,  invece, quelli che per soldi vendono la propria origine e la propria fede.
Certamente ignoranza e non ateismo. Non è un gran vantaggio, soprattutto per una Regione come la Toscana, che ha alle spalle secoli di intelligenza e di cultura, oltre che di letteratura e di arte.
 
Ma una domanda è spontanea: ma chi sono i veri ignoranti: i rappresentanti ufficiali di quelle popolazioni o non piuttosto quelle stesse popolazioni che li hanno eletti e che oggi li tollerano, nonostante quei loro deprecabili comportamenti, pieni d'ignoranza d'ogni genere?
Viene con prepotenza alla mente il caso della Spagna cristiana di Zapatero. Lì, almeno, i Vescovi  hanno cominciato a farsi sentire, ma non sappiamo con quale esito.
Nel nostro caso, speriamo solo che chi di dovere si muova. E dico «di dovere»: non solo religioso, bensì anche civile e, diciamo pure, popolare: non si può permettere che l'«ignoranza» più triva infanghi di ignoranza demenziale, per non dire delinquenziale, una terra i cui secoli hanno illustrato tutta l'Italia di eccelsa cultura e quindi di civiltà.
Già! Quegli ignoranti, chiunque essi siano, sono degli incivili.
Basti un solo dettaglio: «il Crocefisso gronda sangue!»
Ed è la verità, ma quale verità?
È quella dell'evento che ha cambiato letteralmente la storia; una storia, poi, per noi italiani, anche per quelli che non credono (poveri ignoranti, certo) in Cristo e nella sua Chiesa, ch'è ricchezza culturale e storica, ma anche, diciamo pure, economica: le turbe di pellegrini vengono qui per il Vicario di Cristo e anche per le meraviglie artistiche del Vaticano, non certo per gli omuncoli di destra o di sinistra, anche se la recente nomina americana al nostro «Uomo dell'Anno» non dovrebbe far dispiacere nonostante gli ovvi mugugni acidi e invidiosi.
 
Insomma, cristiani, che cristiani siamo? Siamo di quelli che stanno con Cristo e con la sua Chiesa o siamo di quelli che si mettono dalla parte del diavolo (che non vuole e combatte, come può, Cristo e la sua Chiesa) offrendo collaborazione formale (che, oggettivamente,  è peccato mortale)?
Se siamo dei primi, diamoci una mossa!
 
Con tutta cordialità e sempre a disposizione

 

 
P. Nazareno Taddei sj