Ricevo da N.N.: «Nella Sua predica sul Documento pontificio contro i gay, Lei lo illustra come se il Suo interlocutore si riferisse solo ad esso, mentre la realtà è ben più vasta: ci sono intere schiere di persone che hanno reagito e si sono sentite offese da quel Documento. Io stesso avrei gradito che anche Lei si interessasse di questo aspetto. »
Rispondo: se uno mi chiede di parlare di cavoli come frutto, penso di dover parlare di cavoli come frutto (come avevo accennato) e non delle schiere di contadini, ortolani, commercianti , dietologi, medici, farmacisti ecc., che stanno attorno a quel frutto. Lei mi chiede invece di interessarmi proprio di questi. Tutt'altro discorso! E, vorrei dire, ben più contorto, perché, come minimo, bisogna sbarazzarsi di quelli che sfruttano il fenomeno, strumentalizzandolo per interessi o economici o ideologici o antireligiosi o altro.
Con tutto il rispetto per i veri omosessuali, che il Documento tratta con grande comprensione e col massimo rispetto, mi chiedo: vale la pena di mettersi in quel vespaio?
Comunque per ripondere all'anonimo, più che legittimo e sempre gradito, interlocutore, mi riferisco a tre articoli di protesta - uno di «La Repubblica» del 2 agosto us e due de «L'Unità» del 1° e del 7 s.m. - per vedere quale solidità di base abbiano quelle proteste.
Il primo è di Gianni Vattimo, il noto filosofo ed europarlamentare DS, già dirigente negli anni '60 dell'Azione Cattolica (AC) con Umberto Eco e Furio Colombo.
Alla domanda dell'intervistatore «che cosa abbia avuto voglia di fare» alla notizia, risponde: «Di mandarli a quel Paese, Papa e Ratzinger compresi. Il loro documento non serve a nulla, è inutile, ma è anche razzista.» Una simile risposta (che non posso dire rispettosa, ma nemmeno educatamente civile) non meraviglia in bocca a chi è passato da dirigente A .C. agli apostoli dei senza Dio; ma si capisce un po' meno che un filosofo che dicono importante chiami razzista chi s'appoggia alla legge naturale.
Della quale, poi, poco dopo dice: «la famosa legge naturale. Una cosa che non esiste, che ha senso solo per i preti i quali, però, pretendono di farla valere per tutti; (…) che risale al Medioevo e che di naturale non ha proprio nulla, ma nasce dal potere ecclesiastico.» Ovvio chiedergli: in base a quale legge Lei Vattimo è nato? in base a quale legge dei preti Lei fa la pipì e la popò? e in base a quale legge sono nati e hanno fatto pipì e popò tutti gli uomini prima del Medioevo?
Una volta, prima di Vattimo, questo modo di pensare si chiamava ignoranza. Dopo Vattimo, se questo è lo spessore di pensiero che sostiene i gay, dobbiamo pur chiederci se «le bolle di sapone» ch'egli denuncia sono quelle della Chiesa o non piuttosto le sue.
Il secondo è Fabio Perone, a nome del gruppo romano di omosessuali-credenti "Nuova proposta", che afferma: «Siamo indignati per un'occasione di nuovo persa dalla Chiesa di conciliarsi con le persone. Siamo anche delusi per un nuovo schiaffo che ci viene dato.» Difficile pensare che chi parla così altezzosamente sia «credente», ma anche solo «vero omosessuale». E le ragioni che porta? «L'omosessualità crediamo sia possibile viverla anche all'interno di una esperienza di fede.» Non c'è dubbio! Ma… attenti!: «Non vogliamo rinunciare a nessuno dei due aspetti» e chi lo dice? tu? e con che autorità, se, come credente, riconosci l'autorità della Chiesa? C'è la scappatoia: il Papa è vecchio, occorre attendere il nuovo: «sono le ultime cartucce di una posizione che non regge più (… è) la visione moralistica e genitale della morale cattolica che si scontra con i sentimenti d'amore vissuti anche a livello sessuale». Come fa un credente a non sapere «maschio e femmina li creò» e che la femmina fu creata come «adiutorium» del maschio e non dell'un'altra femmina o il maschio aiuto e sostegno del maschio?
Ma attenti, arriva il cacio sui maccheroni: «Crediamo [e che credente sei tu che pensi di poter credere quello che ti fa comodo e non ciò che è secondo verità?] che anche le coppie gay siano aperte alla vita [sì, ma in che senso?]. La loro fecondità però è diversa, non è aperta alla nascita biologica. Ci sono tanti tipi di fecondità. Anche la Chiesa ne dà testimonianza nell'esperienza di tante persone consacrate.» Ridere o piangere? Il problema, qui, è quello della nascita biologica, non quella ascetica o mistica. Questi catto-gay, analogamente agli altri catto- che si alleano con chi rifiuta Dio, confondendo i piani di pensiero e manipolando il Vangelo, non solo saltano a pie' pari la Chiesa e il Vangelo, bensì anche la Logica minor e Maior (che sto trattando, a Dio piacendo, sul mensile che dirigo «Edav (Educazione Audiovisiva)» sulle leggi del ragionare, della verità e della giustizia) e lo stesso buon senso.
Dagli amici ci guardi Iddio, …
Il terzo è Gianni Ceraci, portavoce del Coordinamento Gruppi di omosessuali Cristiani d'Italia, il quale fa un discorso politico, quasi diplomatico (non partitico o ideologico), su come la Chiesa - ovviamente sempre errando - tratta gli omosessuali. Il senso del pezzo è racchiuso nella frase che lo titola: «Sei un gay nascosto? Sarai un prete perfetto». In sostanza, sarebbe la Chiesa che sollecita la pedofilia con «l'ipocrisia e la menzogna (…) sul rifiuto del mondo femminile e sulla rimozione di pulsioni inconfessabili (…) vivendo in maniera attiva la propria sessualità, ma in modo discreto, che non desta "scandalo”.» Che ciò sia avvenuto e avvenga, non si può negare (v. lo scandalo dei preti pedofili americani); ma non si può affatto affermare che questo sia il comportamento della Chiesa. Ma anche se la Chiesa sbagliasse (il che non è), sarebbe argomento per giustificare altri che sbagliano. I principi della legge naturale la vincono su casi specifici.
Certo: il problema della castità sacerdotale e religiosa (che sta alla base di certa pedofilia) esiste e con la deregulation, sollecitata e spesso imposta dai media, si fa sempre più attuale e grave; ma non si possono mescolare i due fenomeni. Un conto è il fenomeno dell'omosessualità, con i suoi aspetti che possono toccare anche il sesso, ma non si identificano con esso; e conto ben diverso sono i criteri morali relativi al sesso, che valgono per preti e laici, per sani e omosessuali. Ma vorrei precisare ancora che i veri omosessuali non vanno confusi con quelli che veri omosessuali non sono e che cercano solo di strumentalizzare il fenomeno a loro fini anche perversi.
Il recente Documento vaticano, tutt'altro che inutile e fatto di bolle di sapone, ribadisce il principio: per opera di Dio, la natura ha posto il sesso alla base dello sviluppo dell'umanità: «uomo e femmina li creò», perché l'amore (che è dedizione), e non solo l'attrattiva reciproca, li unisca per produrre altri uomini e altre donne; diciamo pure: altri figli e figlie di Dio. Operazione tanto eccelsa che di quell'unione Cristo ha fatto un Sacramento, assimilabile all'unione mistica e reale Sua con la Sua Chiesa. Anche sul terreno umano, la realtà pone vari e anche grossi problemi, che non tocca ai singoli, bensì alla Chiesa delegata da Cristo risolverli sul piano almeno teorico e dottrinale, ben sapendo che tutto rientra nelle norme generali della morale, dove a un dato punto tocca all'uomo e alla donna prendere le proprie responsabilità.
Concludendo: anche i soli tre casi che abbiamo portato di chi si oppone al recente Documento pontificio mostrano agevolmente quale fragilità di spessore presentino le loro proteste. Che credibilità hanno? E i media che tanto li favoriscono, quanta attenzione meritano?
Sempre a disposizione, cordialmente
P. Nazareno Taddei sj