1. - Nessuno mi convincerà che quello non è pane! - Chi, dopo la celebrazione della messa, mi raggiunse in sacrestia e mi rivolse quella sua affermazione, si sentì rispondere dal sacrestano presente: - Perché, secondo lei, cos’era? - - Pane, soltanto pane! – Io rimasi zitto e mi chiedevo il senso di quel breve scambio di battute. Poi mi resi conto che il primo parlava del pane dell’altare e l’altro del pane del vangelo, cioè di quello moltiplicato da Gesù, al quale avevo fatto riferimento nell’omelia. Pane infatti l’uno e l’altro. Il primo, convito materiale; l’altro, “convito sacro” Tutti e due pane miracoloso. Del primo “tutti mangiarono a sazietà”. Del secondo tutti sono invitati a mangiarne a sazietà, senza mai riuscire a saziarsi. Non sono giochi di parole, è la realtà di quanto si verifica con il sacramento eucaristico. “Prendete e mangiatene tutti”, e chi ne mangia sapendo che quello “è il suo Corpo”, non riuscirà a esaurire la forza onnipotente che esso è, perché è infinita. Chi mangia il pane della tavola si sazia provvisoriamente, in seguito dovrà cibarsene ulteriormente. Se l’operazione si ripeterà dal comunicante con il pane dell’altare, essa avverrà per la fame d’amore che esso è in grado di infondere in chi se n’è già cibato giorno dopo giorno.
2. Quel pane nessuno mi potrà convincere che non è GESÚ. Del resto nessuno potrà portarmi ragionamenti e prove scientifiche che quel pane dopo la consacrazione non è più pane ma il Corpo di Gesù. La convinzione non è neppure frutto di convenzione. Non c’è stata nella storia della Chiesa un tempo in cui i teologi e i santi si sono accordati per dire ai fedeli: Il pane eucaristico dopo la consacrazione della messa ci ricorda il Corpo di Gesù. Questo non sarebbe sufficiente e convincente per la nostra fede di cattolici. Noi crediamo che il pane eucaristico è il Corpo di Gesù, perché Gesù ha detto e la sua Parola è vera e onnipotente come lui: “QUESTO È IL MIO CORPO”. Per conseguenza, come adoriamo Gesù perché è il Figlio di Dio incarnato, così adoriamo il pane eucaristico che è Gesù.
Domanda: come si può accettare una verità così dura da credere? Se l’erano chiesta anche coloro che ascoltavano il Maestro quando predicava quella verità. I semplici bambini, poveri nello spirito, accettano come vere le parole di Gesù: beati loro e coloro che li imitano; di essi è il regno dei cieli.