Probabilmente, non è questo il problema. Il problema è che, dietro quella constatazione, c’è un fenomeno ben piú grave, che merita un momento di considerazione.
Si ricorderà il frate Minore Conventuale Massimiliano Kolbe, dichiarato santo in questi ultimi anni: egli, devotissimo della Madonna (il dogma dell’Assunzione non era stato ancora proclamato), in una decimazione nel campo di sterminio nazista, ad Auschwitz, nella guerra 1940-1946, si era offerto al posto di un papà di famiglia ed era stato fatto morire nel bunker della fame. Bene! In una delle sue lettere a un amico, rilevava il grande “indifferentismo” che già ai suoi tempi aveva invaso la società.
E’ questione di circa sessant’anni fa: c’erano già la radio e il cinema, il consumismo e il comunismo. Oggi s’è aggiunta la televisione.
Ma siamo sempre al punto: grandi forze politiche ed economiche, alle quali la religione in genere e quella cristiana e cattolica in particolare davano e danno un enorme fastidio.
Questo gran fastidio, in questi ultimi decenni, è diventato una vera e propria campagna organizzata (non dimentichiamo le operazioni “Vodka-Cola”) e, almeno in Italia, in questi ultimi anni, soprattutto mediante la televisione, è diventata spudorata.
Inutile stare a ripetere di chi è la colpa, che, fino a un certo punto, è anche un po’ di tutti. Fermiamoci al fatto e domandiamocene la causa vera e profonda.
La risposta è una e semplice: la mentalità secolaristica che, soprattutto mediante i mass media, è stata diffusa ed è entrata anche in molti dei buoni: «non piace ciò che vale, bensì vale ciò che piace»; quindi bando ai valori ed evviva gli interessi; quindi abbasso le autorità ed evviva le voglie; bando all’ordine e alle responsabilità ed evviva la contestazione, pur che sia.
Ma - chi se ne accorge? - tutto è preordinato e organizzato: lavorano sulle teste, più che sulle braccia. Si crede di essere liberi e si è schiavi, magari proprio di quelli contro cui si contesta. E anche molti sinceri cattolici ci sono cascati, senza accorgersi della vera manovra.
E allora, p.e., sarebbe comodo fare una certa cosa, ma c’è da andare al lavoro. E allora non si va al lavoro, dicendo la bugia, p.e., che si sta poco bene, presentando magari un certificato medico (falso). E magari quel lavoro è un servizio pubblico: ci sono persone che poco o tanto ne dovranno soffrire. «Che s’arrangino! Ciascuno deve badare ai propri interessi!». Oppure, dobbiamo preparare le vacanze o andare in vacanza ed è domenica; andare a Messa disturba: «Pazienza! Si salta la Messa! Che male c’è? Il Signore è buono!» o, nella migliore delle ipotesi: «Poi mi confesso!». E così via…
Avete trovato un giornale, una radio, una televisione che tratti di quest’aspetto della realtà?
Che si comporti così un pagano, forse si può anche capire; ma che si comporti così un cristiano è davvero preoccupante. Eppure è quello che succede tutti i giorni.
Quello che spunta dietro la mentalità secolaristica è l’egoismo; quell’egoismo che scatena le grandi e le piccole guerre, che giustifica le contestazioni anche contro verità e giustizia, che giustifica le grandi menzogne politiche e anche gli assassinii più incredibili.
Siamo cristiani? Dobbiamo pur far qualcosa!
Incominciamo da noi: non lasciamoci trascinare dalle ondate secolaristiche; abbiamo il coraggio di fare con le parole e con le azioni quello in cui crediamo; comportiamoci secondo coscienza e non secondo le mentalità di moda.
D’accordo: non è sempre facile. Ma se facciamo così, siamo dalla parte di Dio che è il Padrone di tutto e ci vuol bene: interverrà Lui a difenderci e quindi siamo più forti.
Padre Kolbe è morto la vigilia dell’Assunta e vive nel ricordo con la benedizione di tutti e non solo di quel papà che è stato salvato e della sua famiglia. Chi ha voluto quella morte - egoista - è morto anche lui e nella maledizione.
Chi è stato e sta meglio?
La Madonna assunta ora è Regina del cielo e della terra. Ci può aiutare.
Facciamo pure un buon ferragosto; ma non dimentichiamo la festa della Madonna.
E ricordiamoci anche di chi un buon ferragosto non lo può fare. P.e. un mio vecchio confratello trentino, gesuita, missionario da sempre nel Brasile, a ottant’ anni è venuto in Italia a cercare un po’ d’aiuto, perché la sua gente è nella siccità da dieci anni e non sa più cosa fare. Se volete rinunciare a un gelato o a una cenetta speciale la sera di Ferragosto, nel nome della Madonna, mandate un vaglia a Fr. Francesco Abram, Via alle Laste 22, 38100 Trento. A fine mese ritorna in una parrocchia poverissima di 18 villaggi, a 1700 km dal P. Provinciale. Quindi affrettatevi.
Sarà poco, ma sarà qualcosa in questo mondo corrotto dal benessere e lontano da pensieri cristiani.
Sempre a disposizione, cordialmente
P. Nazareno Taddei sj
15.8.2001