Etna e preghiere

L'eruzione dell'Etna, le preghiere di un Vescovo e... i mass-media ci sguazzano dentro

11/08/2001
Il sig. C.B. mi chiede cosa penso del vescovo che ha imposto solennemente all'Etna di fermarsi nell'eruttare lava.
Rispondo.
Siamo alle solite: quello che è successo, noi lo sappiamo dai media: o, meglio, sappiamo quello che essi ci dicono che sia successo. Ma, purtroppo, i media non sono la bocca della verità e la loro documentazione non è sempre attendibile. Anche a prescindere dalla buona volontà di chi li usa. E' difficile; ma dobbiamo cercare di cascare nel solito tranello: la notizia di una pistola che spara non è una pistola che spara. Esempio nella fotografia qui sotto.

L'Etna in eruzione

In un tg, ho visto un vescovo (suppongo fosse quello diocesano) che presiedeva la preghiera della popolazione, preoccupata per la minaccia della lava che scendeva vigorosa contro il loro paese. Quel vescovo, rivestito dei sacri paramenti ha implorato: «Etna fermati!» e un'altra simile frase. Poi, nient'altro. Possibile che quel vescovo non abbia detto nient'altro?
Poi ho sentito dire che, pur continuando l'allerta, la lava s'era calmata. Nessuno ha parlato di preghiere o non preghiere. Possibile che tutta quella gente che avevamo visto e sentito pregare non abbia fatto qualche commento?
Questa è l'informazione dei media.
Un vescovo che impone all'Etna di fermarsi fa notizia: se, per caso, l'Etna non si ferma, si potrà sempre sorridere sulla credulità di chi prega e di chi fa pregare. Ma, se per caso (come pare), l'Etna in qualche modo ubbidisce, non conviene metterlo in risalto, per non alimentare la superstizione.
E' in atto una campagna planetaria contro la fede religiosa; e i media - consciamente o inconsciamente - ne sono i servitori. Quindi, facciamoci un po' furbi!
Questo è il mio primo pensiero.
Il secondo pensiero è: cerchiamo di vedere un po' piú in là.
Pur sapendo che dietro l'informazione, almeno oggi, c'è una mentalità secolaristica, supponiamo pure che l'informazione corrisponda alla realtà. Possiamo dire di sapere con certezza se l'Etna ha obbedito o non ha obbedito al comando del vescovo? Per quanto ne so, direi di no.
Pare però che dopo quel fatto l'Etna si sia un po' calmato. Frutto delle preghiere? Può darsi e non sarebbe da stupirsi. Non è la prima volta che i disastri naturali o umani vengono fermarti dalle preghiere. La storia della Chiesa - ma direi: dell'umanità - è piena di eventi simili. Ne sono testimonianza le centinaia di santuari costruiti da noi; ma non solo da noi. Si fa presto a dire «superstizione», magari sorridendo di commiserazione; ma si può anche sorridere di maggiore commiserazione all'inverso: leggete un po' di storia!
Ma andiamo piú in là ed entriamo direttamente nel campo della fede.
Dio è nostro Creatore e nostro Padre: Lui - che si è fatto uomo come noi (Gesú) - sa bene i nostri pregi e i nostri difetti, tra i quali il principale è quello di non osservare sempre le leggi che Egli ha assegnato al cosmo e al genere umano.
Ma la Sua misericordia non ha confini. Pensate solo al re Davide, pur prediletto da Dio. Con tutte le possibilità che aveva, si innamora della moglie d'un suo soldato in guerra e la mette incinta. Per nascondere il mal fatto, fa venire dalla guerra il marito Uria, perché s'incontri con la moglie; ma Uria se ne sta fuori di casa, perché mentre i suoi connazionali sono in guerra non può permettersi i piaceri della casa. E allora cosa fa Davide? Schifoso! Per mezzo dello stesso Uria, manda uno scritto al suo comandante perché lo metta in una mischia senza difesa, cosicché venga ucciso. Il che avviene, con tutto quel che segue. Eppure Dio lo perdona.
Sì, Dio lo perdona, ma perché Davide capisce d'aver peccato e si pente con digiuni e penitenze. Veramente la misericordia di Dio non ha confini.
Dio è capace anche di fermare l'Etna, ma un vulcano non fa che obbedire alle leggi che Dio stesso ha stabilito.
Quanti di quelle popolazioni hanno pensato che l'Etna poteva essere un castigo per i loro peccati, hanno chiesto perdono e hanno pregato? E quanti di quelli che - a lava ormai incombente, visto vano ogni loro sforzo, hanno pensato che Dio la poteva fermare e hanno pregato - hanno chiesto perdono dei loro peccati e hanno promesso di emendarsi?
Cosa ci sarebbe da obiettare se Dio non avesse ascoltato quelle preghiere?
E se Dio le ha ascoltate, vuol forse dire che tutti hanno riconosciuto il potere di Dio, hanno pregato e si sono pentiti?
Viene in mente la storia di Abramo e del nipote Lot domiciliatosi con i suoi a Sodoma, quando Dio decide di distruggere col fuoco quella città per la sua corruzione. Abramo dice al Signore: «La distruggerai se ci sono 50… 40… 30… 20… 10… giusti?» «No la distruggerò!» Ma nemmeno quei dieci si trovarono e Lot dovette fuggire a Soar con la moglie e le due figlie. La moglie tuttavia non vi giunse, divenuta una statua di sale perché, contro l'ordine del Signore, s'era voltata a guardare la città in fiamme.
Dio è misericordioso; ma è anche giusto.
I fatti dell'Etna, pur raccontati maldestramente secondo informazione, ma con immagini stupefacenti, come quella che qui presentiamo, ci spingono a pensare com'è il nostro rapporto con Dio.
Sempre a disposizione, cordialmente
P. Nazareno Taddei sj