Pretume in TV?

L’interesse della TV per uomini di fede (Padre Pio, San Paolo, ecc.) è una riscoperta di valori, oppure…

09/12/2000

Il sig. K.T. mi internetta: "Cristiani, Padre Pio, San Paolo, Lourdes ecc.; non, Le pare che stia tornando a un po' troppo pretume in tv, proprio Lei che ha criticato 'Preti, frati, monache in tv' " (Predica 92)

Rispondo molto volentieri.

Sì, ho criticato più volte e in varie occasioni, fin da quando ero responsabile delle trasmissioni religiose tv alla Rai (anni '50), ma anche recentemente (la trasmissione che Lei cita è del febbraio '99) quei preti che si mettono in mostra in tv senza adeguata preparazione circa i problemi anche pastorali che il linguaggio televisivo comporta. Infatti, la predicazione in tv, che pure è necessaria, può essere addirittura controproducente, se non la si realizza nei debiti modi, data la sostanziale differenza tra la predicazione tradizionale (parlata o scritta) e quella con le nuove tecnologie della comunicazione.

Si tratta di due modi completamente diversi di comunicare. Come ho già accennato altre volte, il nostro Papa attuale ha trattato il problema magistralmente, anche sotto il profilo scientifico, nell'art. 37 dell'enciclica Redemptoris Missio, dove scrive: "Integrare il messaggio cristiano in questa 'nuova cultura' creata dalla comunicazione moderna.

È un problema complesso, poiché questa cultura nasce, prima ancora che dai contenuti, dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psico-logici." Parole piene, gravide, di significato.

Detto questo, non sono affatto d'accordo col sig. K.T. quando pensa che ci sia troppo "pretume" in quelle miniserie televisive che egli cita.

Dico anzitutto, che lì non c'è affatto "pretume", perché in quelle produzioni c'è invece alta professionalità, sia circa i contenuti e la loro fedeltà ai testi cui si ispirano, sia nella loro realizzazione professionale e artistica.

Basti pensare, p.e., al "San Paolo" di Young, dove si rende popolare un personaggio complesso e di élite come il convertito di Damasco.

Non solo, bensì il film, evidenzia la differenza tra sadducei e farisei, con i personaggi di Ruben, sadduceo, in certo senso, antagonista narrativo e drammatico di Paolo, fariseo prima, alunno del grande maestro farisaico Gamaliele, e cristiano poi, richiamando le basi storiche del recente avvicinamento tra la Chiesa e gli ebrei: i farisei erano la parte più illuminata dell'ebraismo dell'epoca e in certo sono i padri dell'ebraismo attuale. I persecutori dei seguaci di Cristo erano particolarmente i sadducei.

Ecco perché quel recente avvicinamento è un atto di verità e di giustizia nella storia.

Vi pare poco, che un fatto così notevole venga proposto spettacolarmente in un film?

Altro che pretume! Ma direi che tutte quelle opere sono pregevoli perché illustrano onestamente fatti, personaggi ed eventi della storia e della vita cristiana, di cui tutti gli uomini, anche non cristiani, e non solo i preti o i pretonzoli devono sentirsi contenti. Di fronte a sconci di vera spazzatura che le nostre televisioni ci propinano tutti i giorni, e magari con grandi squilli trionfalistici, ben vengano trasmissioni che - preti o non preti - ci fanno conoscere fatti e personaggi della storia passata e presente dell'umanità, chiariscono le idee e danno una sana visione dei fatti e della realtà storica e attuale.

Non parliamo quindi di "pretume" che è roba da rifiutare. Ma pretume o non pretume, parlano le cifre: tutte quelle opere, ma soprattutto la miniserie di Padre Pio e quella dei San Paolo hanno avuto ascolti tali da superare anche Carramba, Striscia la notizia, Grande Fratello e Rai sport, che sono rimasti indietro di qualche milione di telespettatori. Vorrà pur dire qualcosa! Vuol dire che la gente desidera cose religiose purché sincere e ben fatte.

Ecco perché io sono contro preti frati e monache che si mettono in tv senza la dovuta preparazione. Che poi non è molto facile. E se la gente vuole opere, pur religiose, di quel genere, perché non dargliele? Non ha detto Gesù di predicare a tutte le genti? E il pubblico televisivo non è gente? Ma è chiaro, come già detto, che la predicazione va fatta come va fatta.

Auguriamoci, piuttosto, che opere di tale natura ce ne siano ancora e che travolgano le spazzature di vario genere che le televisioni purtroppo ci offrono ogni giorno.

Sempre a disposizione, molto cordialmente.
 
P. Nazareno Taddei sj