Il sig. L.C. mi chiede cosa pensi degli "amanti di Montecastrilli'" e dei media, in particolare di "Porta a Porta" che li ha mostrati, e G.G. del caso Craxi.
Mi pare che l'una e l'altra faccenda rientrino bene nell'ambito della morale individuale e pubblica. Naturalmente posso appoggiarmi solo sulla conoscenza che ne ho dalle notizie apparse nei media e particolarmente nella tv.
E già qui abbiamo un primo importante suggerimento morale: i media e particolarmente la tv sono tutt'altro che la bocca della verità e quindi, prima di trarre conseguenze, corre l'obbligo morale di saperli "leggere", in maniera da poter cogliere - per quanto possibile - quello che essi ci danno di corrispondente alla verità dei fatti. Il che non è sempre facile: di qui, l'obbligo di un minimo di preparazione e di serietà critica.
"Gli amanti di Montecastrilli". Dico il mio parere, senza pretendere che sia vangelo, ma ad esso mi ispiro.
Colgo quello che pare vero: una madre di 32 anni, la vigilia di Natale, prende tutti i soldi di casa, abbandona i suoi tre figli e scappa all'estero con un giovanottino di 16 o 17 anni, che è poi il ragazzo di sua figlia e che pare l'abbia messa o la mette incinta. Poi tornano (perché?).
La madre del ragazzo fa fuoco e fiamme contro quel rapporto. Poi va a Roma con la fuggitiva a cercare di sfruttare l'occasione in tv. Pare che nessuno li voglia; ma la Rai paga 30 milioni per "Porta a Porta". Questo degli "amanti" non è una "fuga d'amore", bensì uno squallido caso di sesso, in cui il meno squallido è il ragazzo e la più squallida è una mamma che lascia soli i suoi tre figli proprio a Natale e che porta via il ragazzo a una sua figlia.
Era maltrattata dal marito? Anche fosse vero, non è una giustificazione. Caso che non fa onore a nessuno e che sarebbe stato quindi da tenere sotto silenzio con ogni mezzo. Non è il caso dell'adultera del Vangelo, perché qui ci sono di mezzo quattro ragazzini (3+1). Ma anche a quella Cristo non ha detto: "Visto che t'ho perdonato, fa vedere a tutti che continui a vivere come prima, sollecita tutti a fare altrettanto". Invece i media ne approfittano; e, oltre alla complicità con lo squallore, violano la decenza pubblica, per favorire e insieme sollecitare una curiosità morbosa.
Ma la cosa maggiormente incriminabile sotto il profilo morale, a mio avviso, è stata la puntata di "Porta a Porta" del 12 gennaio, diretta da Bruno Vespa. "Pagina importante per la tv: una puntata caratterizzata dall'equilibrio, dalla misura e dal rispetto delle persone coinvolte" ha detto il presidente della Rai Zaccaria, appoggiato dal direttore di Rai Uno. Invece: "Sono indignato.
Vi sono confini invalicabili non dettati da codici, bensì dallo stile e dalla coscienza" ha detto Vincenzo Vita, sottosegretario del Ministero della Comunicazione (in "Il Messaggero"); e non senza ragione. Il "Corriere della Sera", a firma Aldo Grasso, ha ironizzato partendo col dire: "storia terribilmente seria e insieme audacemente ridicola". L'"Avvenire" per alcuni giorni di seguito ha titolato: "Vespa cavalca la tv del peggio", "Un programma squallido e antievangelico", "E' penoso che un'azienda pubblica si mascheri dietro l'audience" (5.266.000 spettatori; 38,95% di share).
Ma vediamo un po' meglio.
a) mi pare sia stato moralmente riprovevole spendere 30 milioni di denaro pubblico (lo stipendio di un anno d'un operaio) per premiare due sciagurati e per pubblicizzare un caso che era necessaria decenza passare sotto silenzio. Un caso, che merita certo tutta la comprensione possibile e che, proprio per questo, deve - e ne ha pieno diritto - essere coperto solo dal silenzio.
b) Ciò che viene messo in tv, buono o cattivo che sia, viene automaticamente esaltato e, in qualche modo, praticamente proposto a modello. L'abbiamo già visto e lo stiamo vedendo con i facili omicidi di questi giorni. Ooh! Modello una madre del genere e un ragazzino piuttosto incosciente? Non è un collaborare allo sfascio in atto della nostra gioventù? La tv attrae come la lampada le zanzare, che poi vi si bruciano contro. Si veda il caso delle 800 dodicenni accorse da tutta Italia per il provino di protagonista di un film e quasi tutte col sogno della tv. Non solo, ma anche per il pubblico in genere, soprattutto nel clima secolaristico del momento, trattare a quel modo un caso simile è diffondere l'idea che i veri valori morali (l'amore materno, il sottrarre denaro, lo scambiare sesso con amore, l'affrontare rischi che pesano per tutta al vita, ecc.) stanno cambiando, non sono più un valore: vale ciò che passa sconsideratamente per la testa o per gli organi genitali.
c) L'organizzazione di quella puntata. Come al solito, Bruno Vespa s'è messo al centro, quasi stesse a lui, o ne avesse autorità, decidere quel ch'è vero o falso, buono o cattivo. E' chiaro che ha imbonito gli invitati: lo psichiatra a stento riesce a dire veramente quello che pensa, presentandosi quasi giudice che deve assolvere in nome dell'amore e finalmente cerca (inutilmente) di far capire al ragazzo la sua impreparazione alle responsabilità di padre. La giornalista Palombelli imposta tutto il discorso come se quello fosse un caso d'amore, quindi indiscutibile, mentre è solo un capriccio sessuale, e ignora che - senza dire del dovere - l'amore di madre è il vero (non l'unico) amore che ha diritto e dovere di vittoria su tutto o quasi. Anche il parroco del paese timidamente conclude che quello non è l'amore cristiano; mentre il parroco del Divino Amore di Roma esalta la nuova vita che nasce scambiando addirittura il rispetto per la vita con la giustificazione del peccato.
d) Forse i dirigenti Rai pensano di "bilanciare" col sondaggio tra "giudizi e pregiudizi" (fatto romantico 22%; fatto disdicevole 24%; protagonismo 31%): che si vuole di più? Prendere quel fatto come va preso (moralmente) è, secondo loro, un pregiudizio! Ancora: col vantato rispetto delle persone , giustificano il danno morale commesso nei confronti del giovanottino implicato (s'è sentito giustificato e protetto!) e dimenticano il rispetto per il pubblico, che ha diritto a non essere corrotto, data l'influenza clandestina sulla mentalità soprattutto della tv.
A questo punto, Vespa, la volontà (di per sé legittima) di vincere sulla concorrenza, dando spettacolo, prevale sul dovere morale? Eh, no! anche per la tv vale la parola: "Chi scandalizza merita una pietra al collo e d'essere gettato nel mare."
Caso Craxi. Ho già espresso il mio parere di sacerdote nella predica 112. Oggi, dico solo che, in occasione della sua morte, sia offrendo funerali di Stato (giustamente rifiutati) sia rifiutando al cognato di parteciparvi, i cosiddetti difensore della verità e della giustizia inconsciamente hanno fatto cadere la maschera settaria.