Vincita segno di Dio?

Vincere al gioco come segno del superiore disegno del Creatore

10/11/1998

E.B. mi internetta: "quelli che hanno vinto in Puglia i 63 miliardi dell'Enalotto, evidentemente senza volere, hanno messo in pratica quello che Lei ha detto nella Sua predica. Non Le pare un segno di Dio?"

C'ho pensato anch'io, seguendo quello che hanno detto e ripetuto in tv alcuni vincitori.

Ma, prima di rispondere, vediamo che cosa può voler dire "segno di Dio". Tutto il creato è "segno di Dio"; quindi è "segno di Dio" anche l'aria che respiriamo. Che se quell'aria fosse inquinata, sarebbe "segno di Dio", nel senso che l'uomo, secondo la volontà di Dio, deve impegnarsi a far sì che l'acqua non si inquini oppure a provvedere che l'acqua inquinata per leggi naturali non danneggi.

Ma "segno di Dio " è anche quello che chiamiamo "divina Provvidenza": il Creatore provvede alle sue creature. Vuol dire che noi siamo nelle mani di Dio, che e' Padre e Madre.

Ma e' chiaro che non sempre siamo in grado di riconoscere l'amore di Dio quando ci capita qualcosa di brutto e doloroso.

Proprio un momento fa ho ricevuto un messaggio in Internet di N.F. che mi dice: "L'altro giorno ho bestemmiato perché ho incontrato un mio vecchio e carissimo amico cui avevano tagliato un braccio e ho dubitato dell'amore di Dio. Come posso fare ad accettare questo grande disegno di Dio e non dubitare più così?"

La risposta è quella che ho dato; ma non è sempre facile metterla in pratica. Non sempre siamo in grado di capire qual e' il disegno della Provvidenza, cioè convincerci che Dio ha volto e volgerà in bene nostro (e di tutti) quello che di male - ma anche di bene - ci capita. Che possa scappare perfino una bestemmia, come reazione immediata, e lì per lì dubitare dell'amore di Dio, è più che comprensibile (ma non e' una giustificazione e nemmeno che diventi un'abitudine...).

Se lo comprendiamo noi, poveri uomini, Dio lo comprenderà ancora meglio di noi. Però noi, dobbiamo sforzarci di superare quella reazione istintiva, pensando con la testa e con la fede che Dio ci vuol bene e che ci fa segno con i fiori che crescono, con l'aria che ci lascia respirare, con il cuore che ci continua a battere.

Proprio in quei brutti momenti dovremmo dire: "Tutto e' provvidenziale! Siamo nelle braccia di Dio. Lui sa quello che, per noi e per tutti, è il vero bene". Ma non e' facile! Cosa c'entra tutto questo con la vincita di quei miliardi? Quello che vale per il male che ci capita (a noi o ad altri) vale anche per il bene.

Quella vincita straordinaria si può vedere in vari modi. Se è vero che quelli che hanno vinto avevano già deciso prima (e ora lo faranno) di utilizzare la vincita per il bene dei bisognosi del paese, può darsi che proprio Dio li abbia fatti vincere per dare un segno a tutti noi di come affrontare anche il gioco della cosiddetta fortuna.

Che se, invece, in qualcuno di quelli prevalesse l'egoismo e venisse meno ai buoni propositi, certamente il Signore non permetterà d'essere preso giro e quello che avverrà sarà ancora una volta un Suo "segno". Come e' già successo in altri casi.

E così può succedere lì, se e' vero che qualcuno di quelli vuole continuare a "tentare la fortuna": non accontentarsi di quanto già avuto. Infatti, potrebbe voler dire che le buone intenzioni prima si sono tramutate in un desiderio disordinato: non più il Bene (cioè Dio) resta il loro dio, bensì il denaro. E allora... Ma noi non sappiamo come sono andate e come andranno veramente le cose. In ogni modo, possiamo star certi che anche quella vincita e' un "segno di Dio"; "segno" cioè che Dio vuol farci riflettere seriamente su tutto quello che succede al mondo, dentro e fuori di noi.

Quella vincita infatti ci interessa personalmente, anche se e' molto lontana materialmente da noi: ci e' vicina, non tanto perché magari ci provoca un sentimento di invidia, quanto piuttosto perché ci sospinge a vedere in tutto - nel bene e nel male - la carezza del Padre, che sa qual e' il nostro vero bene.

Madre Speranza (lo ricordavo anche nella predica 17) un giorno che aveva tra le braccia un povero incidentato il quale bestemmiava per il dolore, a ogni bestemmia gli faceva una carezza.

E' quello che, di fatto, Dio fa per noi, se abbiamo un minimo di onestà interiore.

Cordialmente, sempre a disposizione
 
P. Nazareno Taddei sj