La sig.a C.S. mi internetta: "Come si può porre un cristiano di fronte al fenomeno computer? Cosa ne pensa la Chiesa? E, parlando di computer, intendo sia quello che si ha nelle proprie case, sia quelli...della NASA.!"
Rispondo: anzitutto, io non sono "la Chiesa", ma sono solo "uno della Chiesa": la Chiesa e' la "Sposa immacolata di Cristo", la "società di tutti i battezzati"; e chi la rappresenta nel mondo e' il Papa, il Romano Pontefice.
Di quale Chiesa, dovrei dire io come la pensa? Non lo so e nemmeno potrei rispondere; ma mi pare di poter dire che gli uomini della Chiesa, a tutti i livelli della gerarchia, usano il computer senza farsi - mi pare - problemi di quelli che Lei si fa.
Quindi Le espongo il pensiero mio personale; se vuole anche di me come sacerdote. Il computer e' uno strumento, uno di quegli strumenti che il Concilio Vaticano II ha definito "mirabili".
Uno strumento che ha già cominciato a cambiare il mondo; per lo meno, il mondo della comunicazione, il quale mondo della comunicazione, però, è - come dice il Papa attuale nella sua Enciclica "Redemptoris Missio" - "il primo areopago del mondo moderno", primo anche - sono parole dell'enciclica - di molti altri, quali "ad esempio, l'impegno per la pace, lo sviluppo e la liberazione di popoli; i diritti dell'uomo e dei popoli, soprattutto quelli delle minoranze; la promozione della donna e del bambino; la salvaguardia del creato; la cultura, la ricerca scientifica, i rapporti internazionali che favoriscono il dialogo e portano a nuovi progetti di vita."
E dobbiamo prepararci a entrare e a capire il nuovo mondo che verrà, senza venir meno alla nostra fede cristiana.
Tuttavia, è da notare: il computer è uno STRUMENTO, "mirabile" come strumento; ed è mirabile come strumento anche quando viene usato per il male; al pari di qualsiasi altro strumento: il martello, il coltello, le forbici, la siringa, l'automobile, l'aeroplano.
Come si può - e si deve - porre il cristiano di fronte al computer? Ringraziare Dio che ha concesso all'uomo di inventarlo. Ma lei - giustamente - parla di "fenomeno computer".
E, allora, il discorso non è che cambi molto, ma si sposta: dal computer al suo uso. Chi lo usa - bene o male - è l'uomo.
Non occorre inventare nuovi discorsi circa la moralità del comportamento umano. Purtroppo, la predicazione secolaristica e materialistica, alla quale i mass media hanno dato e stanno dando un enorme contributo, ha messo una coltre bellamente colorata, ma impenetrabile, sulla concezione cristiana o anche solo umana. Spesso lo stesso concetto di bene e di male non ha più la valenza che gli compete; p.e. si combatte tanto contro la pena di morte o contro lo sfruttamento dei bambini e i loro genocidi (e giustamente) e poi non solo si ammette, ma si difende, l'aborto, che è un genocidio legalizzato.
A questo sovvertimento di valori hanno contribuito, purtroppo, anche alcuni cristiani e cattolici, con loro atteggiamenti intolleranti o estremistici, altrettanto contro verità quanto quelli degli avversari che pur intendevano combattere.
La verità, la giustizia, la carità, nella libertà di figli di Dio, sono i criteri che possiamo e dobbiamo seguire nel valutare ed eventualmente giudicare anche il fenomeno computer.
Forse non potremo far molto e probabilmente non toccherà a noi valutare e giudicare. A noi tocca, però, per quanto riguarda noi stessi, cercare di servirci di quello strumento mirabile solo per il bene.
Di fronte poi a chi se ne serve per il male, se proprio non possiamo far nulla (ma talvolta può darsi che noi non facciamo niente per ignavia, mentre potremmo fare), possiamo almeno pregare, col "Padre nostro", che venga il Suo Regno e sia fatta la Sua volontà sulla terra, così com'è fatta nei cieli.