Barzellette da Costanzo e morte

Alcune battute nel salotto di Costanzo (anche sulla morte!)

02/11/1997

Il sig. M.M. mi internetta: Cosa dice della barzelletta narrata dal figlio di Zucconi al Costanzo show di ieri sera (31 ottobre)?

Cioè: si può dire che Gesù era italiano, perché solo un italiano può credere di essere Dio e solo un italiano può pensare che sua madre sia vergine e il sig. C .G .:

E' vero che per gli antichi cristiani il giorno della morte era chiamato giorno della nascita?

Non Le pare un po' esagerato?

Non sapevo a chi rispondere per primo, perché sono due discorsi egualmente importanti e anche urgenti, benché lontanissimi tra loro; ma oggi 1° novembre Maurizio Costanzo assume la direzione di Canale 5 e domani è la festa (o commemorazione) dei morti.

Ma pensandoci, mi è parso che ambedue le domande offrano spunti di riflessione che portano verso un'unica direzione; e allora ho deciso di metterli insieme per la risposta.
Ecco dunque.

Sì, non solo gli antichi cristiani, ma tutta la Chiesa anche oggi (sebbene lo si rimarchi un po' meno, dati i tempi) considera "giorno natalizio" (dies natalis) il giorno della morte.

Ed è bellissimo, altro che esagerato!

Il giorno della morte, infatti, è il giorno in cui l'individuo nasce alla nuova fase della vita, quella dell'eternità.

E vale tanto per i buoni, che andranno nell'eterna felicità, quanto per i malvagi, che andranno a cogliere purtroppo, come hanno voluto, l'eterna condanna.

Questa è la realtà che ci si creda o che non ci si creda.
Certo, è un problema di fede.

C'è qualcuno che dice: "Sono tutte frottole, inventate dai preti per tener soggiogata la gente!" "Ma chi ci può più credere alle soglie del 2000?" "Con il secolo della scoperte che ci aspetta, ormai anche la morte verrà debellata e quindi lasciamo stare questi discorsi!" (ma intanto?) e cose di questo genere. Ed è a questo punto che si inserisce il discorso sulla barzelletta citata.

Ma prima vorrei dire qualcosa. Non so se sia credenza da medievali più il credere nell'altra vita che il credere in una scienza che debelli completamente la morte. A parte le ragionevoli e anche storiche obiezioni che si possono fare, è piuttosto pietosa l'ignoranza di chi sostiene cose di questo genere.

Per annullare poi l'obiezione delle "frottole di preti", basterebbe ricordare il radicato e commovente culto dei morti in tutte le religioni, ivi compresa la nostra.

Pensiamo solo alle frotte di cittadini d'ogni sorta che affollano i cimiteri, particolarmente il giorno dei morti: e magari vengono da lontano e si ritrovano fra parenti, proprio questo giorno.

Solo per un ricordo? solo per un omaggio a della poltiglia sotto un po' di terra e tra assi ormai marcite?
Ma...era mia mamma, mio papà, il mio sposo, la mia sposa, un mio figlio...!

Già: "era" e a che serve il ricordo, così impegnativo per molti, se adesso non "è" più?

Puro sentimentalismo? Può darsi, ma a che serve?

Comportamento, invece, molto giusto e razionale, se si crede, almeno implicitamente che quel "era" è solo relativo alla vita terrena, ma è un "è" se si pensa che la vita dell'uomo è eterna.

Certo, ripeto, è un problema di fede. Ma la fede non è campata in aria, non è un rifugio psicologico per sentirsi confortati e sorretti, tra tanti dispiaceri che ci occorrono ogni giorno.

La fede è sapere che c'è una realtà, anche se non la vedo; e, che ce lo fa sapere, sono i cosiddetti "preamboli della fede".
Tu sai che c'è l'America? certo. L'hai mai vista? No. Allora, come fai a sapere che c'è? "Sai" perché "credi" che ci sia e "credi" perché l'hai sentito dire da quelli che ci sono stati, perché vedi cose che vengono da lì ecc.. Diverso invece se ci sei già andato anche tu.

Lo stesso, fatte le debite proporzioni, per l'eternità della vita. Le credenze universali sono già una prova: possibile che chi ha creato l'uomo (ci vuole fede anche per questo o, piuttosto, non basta una semplice serie di considerazioni che si toccano con mano?), possibile, dico, che chi ha creato l'uomo abbia dato l'illusione che la vita continua dopo la morte? A tutti, non solo ai cristiani! Non sarebbe uno scherzo atroce, da delinquente? Ovviamente incompatibile con un Creatore che ha cosparso la vita di bellezze, di gioie e di piaceri e dove le stesse sofferenze si trasformano spesso in fonte di consolazione e di gioia.

La stessa ricerca di contatti con l'"al di là", le sedute spiritiche, la magia, l'astrologia con i suoi oroscopi, cose pur spesso inaccettabili per un cristiano, sono tuttavia una prova che si può giocare con chi crede che c'è qualcosa al di àˆ di questa vita terrena, qualcosa di cui l'uomo ha profondissimo bisogno.

Ci sono poi le prove che riempiono la storia: dai miracoli (veri, come sono, non come sono trattati da certa tv), alle apparizioni (quelle autentiche, non quelle frutto di fantasia, di superstizione o addirittura di sfruttamento commerciale).

Contro questa fede comune degli uomini, il diavolo ha lottato in tutte le epoche col secolarismo; cioè con la diffusione del concetto che, per l'uomo, tutto si svolge su questa terra e che, con la morte, tutto finisce.

Ma, io dico, possibile che finisca nel nulla tanto il giusto quanto l'ingiusto, tanto chi ha gozzovigliato alle spalle degli altri, come Caligola o Pol Pot o gli sfruttatori e oppressori, quanto chi è vissuto per gli altri come S. Francesco e M. Teresa di Calcutta e migliaia di uomini e donne consacrati al bene (per limitarmi ai nostri)?

Anche oggi il secolarismo e la grossa arma del diavolo, il quale ha trovato la comunicazione di massa per diffonderlo come mentalita, come convinzione accettata senza accorgersene, ciecamente.

Ed eccoci alla barzelletta. Sì, l'ho sentita e c'era un terzo "perché" che non ricordo.

Anzitutto non mi meraviglia che abbia trovato sede in una trasmissione di Costanzo, un maestro di secolarismo.

E' spiritosa certo, quella barzelletta; ma anzitutto irrispettosa per gli italiani tutti, qualificati come creduloni e ignoranti; non certo blasfema per chi è ignorante (e magari se ne vanta) circa la figura storica di Cristo; offensiva invece per i milioni di persone che sanno che Gesù è Dio e che si è incarnato nel seno di una vergine.

E invece gli italiani del Maurizio Costanzo show, col Maurizio in testa, hanno riso e battuto le mani.

Eâ un esempio di come si diffonda anche oggi il secolarismo e di quali cattedre esso disponga, calpestando e travolgendo col ridicolo le convinzioni più radicate della nostra e altrui gente, quella appunto che crede che la vita dell'uomo non finisce con la sua fase terrena.

Da ieri, qualche altra cattedra di secolarismo si aggiungerà certamente anche a Canale 5, tirando la catenella al naso di molti italiani.

Non "esagerato", dunque, bensì "beato" quel "dies natalis". Al fetore della prigione del secolarismo (che si occulta chiamandolo libertà), è l'orizzonte immenso che si apre davanti ai nostri occhi con la certezza che, dopo questa vita, un'altra ci attende, speriamo senza più sofferenza e preoccupazioni.

Ma il valore di questa speranza sarà dipeso anche da noi, oltre che da quel Dio immenso e buono, che tuttavia non paga il sabato.

Cordialmente

P. Nazareno Taddei sj