Il sig. N.N. mi internetta: Nel rispondere a S.G. (predica sul S. Cuore) mi pare che se la cavi troppo in fretta sulla parte dei sacerdoti che "sorvolano quasi schizzinosi quando si cita la parola ufficiale del Papa". Come succede, secondo Lei?
Rispondo volentieri, purché non si faccia di ogni erba un fascio.
Secondo me, che studio da oltre 40 anni i problemi massmediali, succede perché c'è stata ed è ancora in corso tutta una campagna nei mass media, con ritmi e risvolti diversi, per secolarizzare l'immagine del Papa e della Chiesa in generale. Lentamente, ci ha creato una mentalità particolare - secolarizzata, appunto - che si e' diffusa anche nell'ambiente religioso ed ecclesiastico.
Dieci anni fa, nel mensile EdAv (educazione audiovisiva) che dirigo, n. 145, scrivevo: La Chiesa che fa notizia è cosa certamente buona, ma può divenire anche oggetto di dissacrazione ; ma già dal gennaio 1979 (n. 64) avevo cominciato a studiare il fenomeno, riferendo una vignetta di Paese Sera del 3.1.79: il Papa come riconquistatore di Porta Pia , notando che per rovesciare un sentimento popolare, si può cominciare anche così
Era già un inizio di secolarizzazione, cercando di interpretare alcune parole del Papa come quelle di un capo di Stato, quindi uomo politico, e non del Vicario di Cristo, uomo prettamente religioso.
Nel gennaio '87 (n. 145), otto anni dopo, rilevando un paginone dell' Europeo (19.7.86) e alcune vignette del libro Provocazia di Forattini, cercavo di mostrare una specie di escalation nel creare un'immagine sfavorevole del Papa, in quanto severo nella morale, o facendolo apparire addirittura come il diavolo proprio mentre denuncia l'azione maligna del diavolo anche nel mondo contemporaneo e si continua a mostrarlo come uomo di potere .
Il tutto, fin qui, con tono di critica, fino ad arrivare allo Jovanotti dell' Europeo 15.12. 93 .
Quando però la figura del Papa si mostra in tutta la sua forza a favore dell'umanità, cambia il tono di critica sfavo-revole e incomincia il tono di esaltazione.
Ma come uomo politico.
Ed ecco che i media parlano delle masse sterminate che l'attendono e lo osannano nei vari viaggi;
ed ecco l'enfasi (continuato poi per anni) sull'attentato del 13 maggio di qualche anno fa (che non e' stato per ammazzarlo) si sarebbe creata una vittima eroica della sua posizione religiosa, bensì per avvertirlo di stare attento quando parla alle folle:
con quell'immenso seguito, soprattutto in America Latina o in Africa, una sua parola potrebbe incendiare le masse contro i soprusi che alcuni poteri mondiali stanno perpetrando. Lentamente, i mass media, molto ben corroborati dalle varie tv italiane ed estere, danno l'idea del Papa Wojtyla come grande uomo politico, capovolgendo anzi coinvolgendovi, cambiandone il vero significato, la sua affermazione di pellegrino - la sua vera figura di Vicario di Cristo.
Nel frattempo anche in qualche periodico di cattolici - forse in buona fede, ma certamente seguendo già una corrente massmediale - si criticano (e non sempre secondo verità) le sue posizioni di rigore in fatto di sessualità, ma non si sottolineano le sue rivoluzionarie prese di posizione, p.e. nel campo dei mass media (v. p.e. l'enciclica Redemptoris Missio all'art. 37) e in quello famigliare (p.e. viaggio in Francia) e sociale.
Sono anni di incessanti comunicazioni inavvertite, che trovano terreno fertile soprattutto in persone, anche religiosi/e e sacerdoti, inviluppati nella mentalità massmediale, che e' quantitativistica e quindi materialistica, tale cioè da far prendere il quantum per il quale.
P. Nazareno Taddei sj