Affettività e sentimento

Come trattare i concetti di affettività e di sentimento, in particolare per quanto riguarda l'educazione preadolescenziale

09/03/1997

Qualche tempo fa GC mi internettava: "essendo educatore di preadolescenti e trattando il tema dell'affettività, mi piacerebbe ricevere da lei qualche consiglio su come trattare l'argomento."

Gli ho risposto privatamente.

Dopo un po', egli mi internetta ancora: "Sto traendo dalla sua Predica personale spunti interessanti per i ragazzi."

Pensando quindi che l'argomento possa interessare anche ad altri, trascrivo qui quella predica personale, con qualche ulteriore precisazione.

Qualche consiglio su come trattare l'affettività? Non sono uno specialista dell'argomento; ma penso di poter dire quanto segue. "Affettività" è parola che può suonare ambigua.

Per la medicina, è "un insieme di fenomeni soggettivi (umore, sentimenti, emozioni), che caratterizzano la disponibilità dell'individuo a rispondere a qualsiasi evento interiore o esteriore, somatico o psichico".

L'umore e' "tono affettivo di base o temperamento"; i sentimenti sono "stati affettivi più o meno stabili, che caratterizzano l'atteggiamento emotivo individuale, nei confronti di se stessi e del altri, oggetti o persone"; le emozioni sono "stati affettivi intensi, ma fugaci, che insorgono generalmente come reazione a eventi interni o esterni". (Encicl. della Medicina, De Agostini)

Per la psicologia, l'affettività e' "la totalità del processo emotivo; e' un importante aspetto dello studio e della diagnosi della personalità. Una condotta e' chiamata affettiva quando e' stimolata da forti emozioni." (R. HŠnni in Dizionario di psicologia, Ediz. Paoline)

L'"emozione", poi, e' termine che ha avuto molte interpretazioni e tentativi di definizione. "La maggior parte degli autori e' d'accordo sul fatto che le emozioni sono stati complessi, accompagnati da una accresciuta percezione di un oggetto o di una situazione, da profonde modificazioni fisiologiche, da una consapevolezza di attrazione o repulsione cosciente e da una condotta di avvicinamento o di allontanamento". (I. Martin in Diz. cit.)

Anche per la pedagogia, l'affettività e' difficile da definire. Comunque, "sul piano personale e relazionale, si contraddistingue per la capacità, da parte dell'individuo, di provare sentimenti ed emozioni sollecitati da condizioni endogene o esogene." (Giuseppe Vico) C'e' tutto uno studio sullo sviluppo dell'affettività dal primo al 18mo anno di vita (cfr. E. H. Erikson, in AA. W . Trattato di patologia dell'apprendimento, 1973, Roma 1976).

Prevale quindi l'aspetto di emozione. Il Rosmini, nella sua "Psicologia", però, parla di un "sentimento fondamentale", con cui "indica il sentimento come coscienza che il soggetto ha del proprio Sè nella congiunzione tra anima e corpo".

Il problema, dunque, soprattutto per un educatore, non e' semplice, anzitutto perché si ha a che fare con tante affettività diverse quanti sono gli educandi; in secondo luogo, perché si corre il rischio di fare confusione, la quale non può mai essere utile.

Quale consiglio, quindi, posso dare? Provo:
1. Se si deve proprio trattare dell'affettività, prima di trattarne con gli alunni, si studi bene cosa essa e', o quanto meno si cerchi di darsene una definizione valida.
2. Trattandosi di fenomeno prevalentemente soggettivo, direi di appoggiarsi piuttosto su concetti a carattere oggettivo, come la distinzione tra "sentimento" e "sentimentalismo". "Sentimento" e' "Modo di sentire." (W.M. Douglas); "e' sinonimo di scopo motivazionale, col quale possono essere appagati diversi motivi (p. es. il Sè; i genitori; il partner coniugale; la propria professione)." (K. Pawlik in Diz. cit.)

Saltando quindi a pie' pari tutte le discussioni e/o definizioni delle varie Scuole, possiamo dire che il sentimento ha alla base degli stati affettivi più o meno stabili, legati a delle conoscenze o convinzioni giunte dall'esperienza o dall'educazione o dall'ambiente; e' quindi qualcosa che si appoggia su valori (o pseudovalori) oggettivi e razionali. Con la ragione, si potrà poi intervenire a dirigerli al meglio o anche eventualmente a correggerli o migliorarli.

"Sentimentalismo", invece, e', per così dire, una deformazione del sentimento; ha alla base un gioco di emozioni. E' quindi qualcosa di soggettivo; non solo, bensì vincolato a reazioni generalmente irrazionali, a stimoli che colpiscono, quasi più nevroticamente che psicologicamente, l'individuo.

Esagerando un po', direi allora, che i sentimenti sono "conseguenza" di una mentalità (complesso di idee allo stato di opinione), la quale puo' anche essere cognitivamente e moralmente valida; mentre il sentimentalismo generalmente da' "origine" a una mentalità quasi sempre distorta e senza basi valide.

Oggi il discorso e' molto importante, perché tutti i mass media, e soprattutto la tv, lavorano sulle emozioni (esempio tipico e deplorevole, la pubblicità della Rai per il canone: "un'emozione in più") e da lì seguono anche molte iniziative che si ritengono educative e invece sono travianti.

P.e. dopo un film, invece di chiedere "Che cosa ha detto o voluto dire l'autore?" (che e' la strada corretta, trattandosi di opere di comunicazione), si chiede: "Ti e' piaciuto?" oppure: "Cos'e' che t'e' piaciuto di più?", scambiando quindi Roma (opera di comunicazione) per toma (origine di emozioni) e di li' si parte per fare discussioni, nelle quali praticamente non si fa altro che potenziare e allargare la deformazione del sentimentalismo e quindi del soggettivismo, anche esasperato, che e' all'origine di tanto scombussolamento giovanile odierno.

Ma e' solo un esempio; il campo oggi riempie tutta la vita.

I sentimenti non vanno confusi col sentimentalismo e viceversa; ed e' quindi fondamentale educare i ragazzi ad accorgersi quando sono vittime della confusione. I mass media si servono proprio del sentimentalismo per mettere l'anellino d'oro al naso, al quale e' legata una catenina d'oro che tira dove vogliono loro, perché reagire provoca dolore.

Quindi e' anche un problema di dignità e quindi di vera educazione.

Ma - aggiungo a quella predica personale - e' anche problema morale e religioso. E sotto diversi aspetti. Lo vedremo in una prossima predica.

A disposizione e cordialmente.

P. Nazareno Taddei sj