Buon cattolico, buon politico

Un buon cattolico è necessariamente un buon politico? Bisogna vedere...

07/10/1996

A.B. mi internetta: Un buon cattolico può essere un buon politico?.

La risposta immediata è si'; ma la risposta vera è molto più complessa.

Infatti, bisogna sapere anzitutto cosa vuol dire buon cattolico e cosa vuol dire buon politico.

Qui è il problema. Buon [cattolico] è chi anzitutto e' buon cristiano; cioè chi vive secondo verità, giustizia e carità nella libertà, come ha insegnato e chiesto Gesu' Cristo. Cattolico è chi appartiene alla Chiesa universale, perché cattolico vuol dire appunto universale.

Allora, il problema è: può essere cattolico chi si lega a un gruppo o a una concezione particolare?

In politica, infatti, oggi si e' o di sinistra o di destra o di centro e, dentro ciascuna parte, si e' di una corrente o di un'altra, sempre a destra o a sinistra o al centro. Insomma, tutti gruppi particolari, non universali.

Vediamo, allora, cosa vuol dire buon politico.

La politica e' l'arte o la scienza del governo della cosa pubblica. Buon politico, quindi, e' colui che si mette al servizio del bene comune e non del proprio.

Quindi, mettersi al servizio della cosa pubblica secondo verità giustizia, carità nella libertà, come Gesù ci ha insegnato, cioè da buon politico e' da perfetto buon cristiano. Ed è anche universale, perché si bada a tutti, dentro e fuori la nazione, e non solo a quelli del proprio gruppo.

Quindi essere buon politico in questo modo è anche da buon cattolico.
In realtà, però, non sempre i nostri politici sono buoni politici nel senso detto.

E allora diciamo:

1¡ fin che le parole non cambiano significato, buon politico e' quello che ho detto.

2¡ Chi non si comporta in conformità a quel quadro e' un cattivo politico, anzi non è nemmeno un politico: e' un piccolo o grande traditore dell'impegno che altri gli hanno affidato e lui ha preso; insomma "con tutto il rispetto" è un piccolo o un grande delinquente.
3¡ Il discorso interessa anche a me (ma anche a Lei, sig. A.B.) che non ho alcuna intenzione o desiderio di fare il politico. E perché? Perché tocca a me (e anche a Lei) eleggere i politici ed essere amministrato da loro.

Ma "lei insisterà" oggi le cose non stanno in questo modo. Rispondo: Purtroppo; però non e' ne' giusto ne' lecito prendere il dato di fatto come dato di diritto. Se il dato di fatto e' erroneo o addirittura delinquenziale, e' nostro dovere fare tutto quello che possiamo per correggerlo.

Se tutti noi eleggessimo alla politica chi si comporta in quel modo e non mira ad altro (far carriera, avere un posticino ben retribuito, avere potere più di altri, curare i propri interessi, fossero pur anche solo i miei e non di tutti), la politica sarebbe vera politica, feconda di bene: un bene universale. Ahi! discorso col se non regge; utopia?

Ma insomma, allora, la colpa e' tutta e solo dei politici? No, perché di fatto li abbiamo eletti noi. Ecco, allora, che il discorso ritorna a noi, che vogliamo essere buoni cattolici.

Gli schieramenti in politica sono indispensabili. Anche qualora tutti i politici fossero buoni politici nel senso detto, ci possono essere idee diverse circa il modo di attuare il bene comune; dietro queste idee diverse ci sono e ci possono (e forse ci devono) essere schieramenti. Ma e' chiaro che non possono essere schieramenti di lotta; devono essere di servizio. Oggi non lo sono e sarà ben difficile che in quattro e quattr'otto lo diventino; il nostro sistema elettorale e' quello che e', purtroppo, e come si fa a eleggere buoni cattolici che assicurino di essere buoni politici?

Ma, allora, che cosa possiamo fare noi, buoni e poveri cristiani cattolici?

Anzitutto, farsi una mentalità corretta circa il problema:

a) abituarci a bandire un po' alla volta dalla nostra concezione di vita il concetto della lotta o politica o di classe o di interessi;

b) bandire e rifuggire quindi dall'aiutare quei gruppi o parti politici e sociali dove impera il criterio della lotta;

c) seguire il criterio servizio e collaborazione, non lotta. A meno che, però, non si tratti di legittima difesa.

In secondo luogo, cercare di diffondere questa mentalità, con i nostri cari, i nostri conoscenti, l'eventuale nostro pubblico. Cercare di vedere il mondo e la vita nella dimensione dell'infinito; un oceano, un ghiacciaio immenso, una distesa sconfinata di campi fioriti.

Ci daranno dell'illuso, dell'utopista, del fuori dalla cresta dell'onda, del pazzo. Ma, se siamo sinceri, Dio e' dalla nostra, perché Gesù l'hanno ammazzato, ma poi è risorto.

In terzo luogo, sentirci con Dio e chiedergli che si compia la sua volontà come in cielo, così in terra. Sarà il nostro contributo più efficace, perché un buon cattolico possa essere un buon politico. E ce n'e' tanto, ma tanto, bisogno.
Non mi pare sia poco...
A risentirci.
Cordialmente,

P. Nazareno Taddei sj