1. Vedi la pedagogia del Maestro Gesù: egli sa che “Da soli non possiamo far niente”, soprattutto in campo spirituale- Ci può aiutare soltanto Lui. Allora dovremmo rivolgerci a Lui. Ma “Noi non possiamo neppure nominare il suo nome senza la sua grazia”. A questo punto potremmo trovarci in un circolo chiuso senza uscita. Egli ci fa sperimentare la nostra insufficienza, alimenta in noi il desiderio di invocarlo di venire in nostro aiuto e il circolo chiuso si riapre per sua grazia. Ma adesso che cosa potremmo chiedere? Sappiamo che le sue lezioni e i suoi esempi di vita potrebbero essere da noi accettati soltanto per fede: egli ci suggerisce di chiedergli d’aiutarci a metterci in condizioni di ottenere quello che gli stiamo per chiedere, di disporci ad ottenerlo. Ed ecco la domanda dei suoi discepoli, che noi facciamo nostra: “Signore, aumenta la nostra fede”. “Nostra” perché tu ce l’hai donata e noi la professiamo. Infatti ci rivolgiamo a te chiamandoti “Signore”. Riconosciamo però che è scarsa, soprattutto come qualità e allora “Aumenta la nostra fede”.
2. Quello sopra ricordato potrebbe sembrare (a chi … non ha fede!) un giro di parole su se sesse. Ma corrisponde alla realtà. Il fatto è che senza la fede tutto ciò che si riferisce al campo spirituale “giace nelle tenebre di morte”. Tutto s’illumina se accettiamo che la verità splenda a noi accolta con fede da Gesù “Luce del mondo”. La sorpresa nasce dalla riflessione sulla risposta della persona battezzata che si chiede: - Perché Dio non concede la fede anche a me? - Penso che la domanda sia posta in modo improprio. Dal momento che Dio è Dio per tutti e che la fede in Lui è necessaria a tutti per salvarsi, sarebbe meglio chiedersi: Io, che ho ricevuto la fede con il battesimo, che cosa faccio per ottenere da Lui l’aumento di fede necessario per credere in Lui? Siamo d’accordo sul fatto che la fede non sia mai conquista personale, ma è altrettanto vero che il desiderio sincero della fede, la sua personale ricerca con la vita onesta, la perseveranza nel chiedere a Dio di renderci aperti alla sua Parola e disposti a collaborare con Lui in vista della nostra salvezza eterna, ci dispone a ottenere la grazia che ci sta tanto a cuore. È anche vero che persone di fede sono convinte di non aver fede perché “non sentono” la consolazione della fede. Non si devono perdere di coraggio. I sentimenti e le sensazioni vanno e vengono come le maree anche nella vita normale. Un giorno “sentiamo” la soddisfazione di amare una persona e d’esserne riamati e quello per noi è un “giorno sì!”; un altro giorno ci “sentiamo” di ghiaccio. L’amore però non muore. Questo è ciò che vale.
In quanto alla domanda al Signore di aumentare la nostra fede, la preghiera è sempre opportuna, specialmente nei “giorni no”. Don Adelio Cola