“Mosè, mio signore, impediscili!” (Nm 11,28)”… “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva” (Mc 9,38)
La preoccupazione ad impedire chi non è “dei nostri” accomuna Giosuè che si rivolge preoccupato a Mosè, e Giovanni che chiede l’intervento di Gesù. Sia Mosè che Gesù però, non la pensano così: “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore” – risponde Mosè – “chi non è contro di noi è per noi” – dice Gesù. Mosè e Gesù sanno bene che è necessario lasciare spazio alla libertà dello Spirito e alla sua azione. È vero che Dio parla attraverso maestri scelti e incaricati, tuttavia Egli si riserva la libertà di farsi presente e di agire anche altrove e diversamente. A questa libertà di Dio devono corrispondere nel discepolo, umiltà, tolleranza, intelligenza, grandezza d’animo, che permette agli stessi, di riconoscere l’agire di Dio e non porvi impedimento. Gesù smaschera quella tentazione che sovente capita di incontrare in persone religiose e zelanti: la pretesa che Dio debba agire solo attraverso di loro, in modo che appaia che solo alcuni ne sono i portatori. E quando questa tentazione si fa strada si può cadere nel pericolo di essere “scandalo” cioè ostacolo, pietra d’inciampo, nel cammino di fede dei piccoli. La comunità corre sempre il pericolo di creare inciampi alla fede dei più semplici, di coloro che si è tentati di trascurare o peggio ancora di escludere. Chiediamo al Signore di educarci alla Sua libertà, a saper riconoscere il bene che Egli sempre e dovunque sa seminare, lasciamoci stupire dal Dio delle “sorprese”.