La pagina del vangelo di Giovanni, proclamata in questa domenica, è fortemente provocatoria per tutti: sia per verificare la propria fede, sia per verificare se stiamo davvero ricercando il senso della nostra vita!
Gesù non si entusiasma per essere inseguito e assediato dalla folla. Anzi reagisce con una certa dura franchezza: Perché la folla lo cerca? Che cosa si aspetta? Chi desidera? Quale attesa vuole colmare?
Qual è il motivo per cui si sono messi sulle tracce di Gesù?
Gesù stesso dà una lettura profetica alla ricerca che si fa di lui; mette in relazione la ricerca che si fa di lui con la ricerca di chi vive nell’idolatria.
Gesù in fondo ci dice: voi fate di me un idolo, perché ciò che a voi preme è l’essere saziati.
Bisogna prendere atto che c’è un modo di accostarsi a Gesù che è un modo idolatra.
L'idolo può essere una persona o una cosa che nel nostro cuore prende il posto di Dio: anche le cose che a noi possono sembrare banali, se occupano nel nostro cuore lo spazio che spetta a Dio, sono idoli.
Ed ecco la conseguenza: sono necessari alcuni passaggi-chiave che il testo esplicita con segni e parole precise:
* Dal cercare qualcosa (il pane / le sicurezze) al cercare Qualcuno
* dai segni che saziano temporaneamente, al cibo che non fa perire per l’eternità
* dal ricordo della manna, alla fede nel Figlio dell’uomo
* dalla fatica degli sforzi fatti degli uomini, all’opera compiuta da Dio
* Dio conferma con il «suo sigillo» il Figlio e per questo la sua opera implica la fede in colui che egli ha inviato.
Rimangono comunque forti e impegnative la domanda e immediata risposta di Gesù: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Apriamo gli occhi del cuore e comprendiamo realmente che Gesù è il vero educatore della folla, cioè di tutti noi che percorriamo il lungo cammino dell’umanità e ci indica, con ferma ma umanissima capacità di comprenderci e illuminarci, che credere è accogliere il dono in allegra e stupita fiducia.
Come dare risposta alle nostri inquietanti domande “Che cosa è l’uomo” … “Che ci faccio qui” (B. Chatwin) … e Dio? …
“L’esperienza della fede sboccia quando accade l’incontro tra l’io sono fame e l’Io sono il pane di Dio disceso dal cielo (Gv 6,33) per te, per noi, per ogni uomo, per l’intera creazione.
Un incontro che apre gli occhi sulla verità di Dio, è buono come il pane; sulla verità di Gesù, è la bontà di Dio fatta pane; e sulla verità dell’uomo, nel suo segreto è fame di bontà cercato e chiamato da Gesù a divenire pane conforme a lui (Rm 8,29), a sua statura.”
Infine cogliamo con gioia questa grande lezione di Gesù: educare il discernimento sul cercare …
“Gesù invita la folla a prendere coscienza che accanto alla fame biologica e al cibo che la soddisfa vi è anche fame di senso e parola che la nutre, compresa la sete di eternità a cui egli è venuto a porgere acqua: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà» (Gv 6,27)”.
In realtà, guardandoci bene dentro, noi cerchiamo amore e vita e presenze di amore e di vita in cui riposa il senso dell’esserci, e, guardandoci bene attorno, è dato di scorgere sotto il sole uomini e donne che dicono di essere stati incontrati da un certo Gesù per essi amore fino al dono di una vita in abbondanza (Gv 10,10).
Scriveva il grande Paolo VI: 'Il possesso e la ricerca della ricchezza come fine a se stessa, come unica garanzia di benessere presente e di pienezza è la paralisi dell'amore. I drammi della sociologia contemporanea lo mostrano: e quali prove tragiche, che oscurano generazioni!'.
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
È questo il messaggio più forte che deve vincere ogni egoismo e ogni tentazione di particolarismo.
Donare implica il «donarsi», consegnarsi nella mani del Padre.
La preghiera diventa espressione di tale donazione, sull’esempio del Figlio di Dio.
don gigi di libero sdb