In questo primo giorno del nuovo anno 2015, la Chiesa con la tenerezza di una Madre, e la saggezza educatrice che si genera istintivamente nella maternità in relazione ai propri figli amatissimi, ci ricorda innanzitutto la figura gigantesca e affascinante di Maria MADRE DI GESÙ e quindi MADRE DI DIO e MADRE NOSTRA, fratelli e sorelle di Gesù.
Per volontà, provvidenziale e profetica di papa Paolo VI, il primo giorno di ogni anno deve essere dedicato all’invocazione della PACE su ciascuno di noi, su ogni nostra famiglia, su tutte le Nazione e sul Mondo intero come luogo privilegiato e unico della Storia della Salvezza guidata da Dio.
Papa Francesco nel tradizionale messaggio papale per questo giorno di preghiera per la pace, con la lucidità di un autentico profeta, ci ricorda quest’anno: «Non più schiavi, ma fratelli».
E ci spiega questa sua scelta con le parole di San Francesco:
«Voi siete tutti fratelli. Non vogliate chiamare nessuno padre vostro sulla terra, perché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro maestro, che è nei cieli, [Cristo]».
«Se rimarrete in me e rimarranno in voi le mie parole, domanderete quel che vorrete e vi sarà fatto. Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, ci sono io in mezzo a loro. Ecco, io sono con voi fino alla fine dei secoli. Le parole che vi ho detto sono spirito e vita. lo sono la via, la verità e la vita». (Fonti Francescane 61)
Al centro di questo primo giorno del Nuovo Anno rimane comunque la figura gigantesca, nella sua fragilità umana, di Maria, una giovanissima donna, che ha generato Gesù, Dio fatto Uomo come abbiamo adorato nel Santo Natale.
C’è, nel Vangelo di Luca oggi proclamato nell’Eucarestia, una espressione illuminante di come Maria viveva questo suo straordinario destino di maternità: «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.» (Luca 2, 19).
Per noi rimane un atteggiamento definitivamente irrinunciabile di ogni cammino spirituale
Il termine greco che corrisponde a «queste cose» indica con maggior precisione «parola-cosa-avvenimento»: un ampliamento di significato che ci orienta a vedere in azione Dio, il dito di Dio!, negli eventi della nostra concreta vita umana, trasformata dalla Grazia in Storia della Salvezza.
Il cuore di Maria diventa un laboratorio di sapienza che riesce, direbbe Luca (7,35), in questa stupenda impresa: «la sapienza di Dio è riconosciuta da tutti i suoi figli».
Comprendiamo perché la Chiesa vuole dedicarle il primo giorno di ogni nostro anno di vita: infatti Maria si manifesta l’immagine/progetto della chiesa dell’ascolto accolto, custodito, meditato e pregato perché si affretti il tempo in cui il non chiaro sia reso trasparente e il nostro cammino di amore e di santità diventi non solo possibile ma concreto e progressivo, giorno dopo giorno, di ogni anno dell’esistenza terrena.
Maria diventa, così, simbolo e modello della comunità cristiana, che in atteggiamento sapienziale e contemplativo cerca di assimilare interiormente il mistero inesauribile del Verbo Incarnato.
Paolo VI insegnava, con molta lucidità e sapienza, che non possiamo essere cristiani senza essere mariani.
Il cristiano deve assomigliare in tutto a Gesù e deve assomigliargli anche nell'aspetto più caro al suo Cuore di Figlio: l'amore alla Madre sua.
Attratti e immersi nel cuore di Maria per arrivare a fonderci al cuore e all’amore di Cristo, apprendiamo, ogni giorno più profondamente, a sentire il desiderio di invocare e soprattutto una grande fiducia nella sua potente forza e materna cura di accompagnamento sicuro e confortante.
Ne sentiamo l’urgenza contro ogni fallimento di percorso o scoraggiamento di fronte alle lotte e allo sfinimento delle lotte interiori: in realtà sono sempre dietro l’angolo nel nostro cammino.
Ovviamente, lo percepiamo più intensamente, l’ultimo giorno di ogni anno, nel bisogno che sentiamo di fare un bilancio del cammino (sia per i fallimenti che per le piccolo o grandi conquiste) e quindi rivolgerci a Dio Padre con un canto di ringraziamento per tutti i doni e gli aiuti ricevuti.
Come pure lo sentiamo con molta gioiosa speranza nel sentimento che nasce con forza nel nostro cuore e nella nostra preghiera, il primo giorno di ogni anno: una forte figliale preghiera a Maria, Madre di Dio, della Chiesa e di ognuno di noi, di non farci mai venir meno la certezza di sentirci davvero da Lei protetti e accompagnati in ogni nostro passo, a volte insicuro a volte coraggioso, verso l’incontro con il suo Figlio Gesù
Ed è esattamente quello che un cristiano augura a tutti quelli che incontra con il tradizionale augurio di FELICE ANNO NUOVO!
don gigi di libero sdb
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