“Va’ a lavarti gli occhi nella piscina di Siloe”, ordina Gesù al cieco che gli chiede di guarirlo. Ma … quale proprietà misteriosa, diversa dalle altre acque, ha quella piscina?... Il cieco “si lavò il fango (che il Maestro aveva posto sui suoi occhi) e tornò che vi vedeva”. Com’è successo e perché? Le risposte sono due: prima, perché Gesù è Dio onnipotente e fa miracoli, e poi perché vuole convincere quelli che l’avevano ascoltato distrattamente quando aveva affermato:”Io sono la luce del mondo”. Il fatto viene raccontato da san Giovanni nel nono capitolo del suo vangelo. Egli aveva già parlato di luce fin dal primo capitolo. “La luce, aveva scritto, risplende tra le tenebre e le tenebre non l’hanno accolta”. E’ la misteriosa testardaggine di coloro che vedono la luce e dicono che non esiste. Certo, se sono ciechi, per loro è come se non ci fosse. Ma la luce splende tra le tenebre, anche se chi non la vuole vedere nega che ci sia. La condizione si ripete nel capitolo nono. Tutti vedono un cieco miracolato da Gesù ma, siccome non è possibile che Gesù lo abbia guarito e il cieco ci veda, non potendo dimostrare che il cieco è ancora cieco, sentenziano: - Quello che dice d’essere stato guarito è un altro!-. Non si arrendono all’evidenza neanche quando i genitori del guarito affermano che l’uomo è proprio loro figlio. Non c’è più cieco di chi non vuole vedere e tiene gli occhi chiusi di fronte alla luce. Non credono a Gesù malgrado le prove evidenti.
Se quella storia fosse soltanto antica, sarebbe incredibile; ma è contemporanea. Oggi forse qualcuno non crede in Gesù per difendere interessi personali. Credere in Lui significa prendere sul serio il suo comando, che in questo tempo di quaresima sentiamo spesso ripetere: “Convertitevi e credete al Vangelo”.
E’ troppo difficile, troppo impegnativo!