Capita che nella lettura del Vangelo della natività di Gesù, ci sfuggano cenni particolari raccontati da Luca, e, in parte, da Matteo.
Prendiamo i quattro viaggi.
Maria, che attende il suo Bambino, va verso la montagna in una città di Giudea per incontrare la sua parente Elisabetta. Maria e Giuseppe, nell’imminenza della nascita di Gesù, da Nazareth si incamminano verso Betlemme per la legge del censimento e lì trovano la culla per Gesù: la mangiatoia.
Da Betlemme Gesù Bambino viene condotto a Gerusalemme per la presentazione al Tempio e i tre incontrano Anna e Simeone. Infine la fuga in Egitto per sfuggire ad Erode e, in Egitto, chissà cosa incontrano. Forse più ospitalità che in patria; poi c’è il ritorno a Nazareth, dove incontreranno il mistero.
Il testo biblico è scarno delle vicende dei viaggi. Ci vuole fantasia, ma non troppa. Basta meditare su una carta topografica del tempo, considerare quali strade, o meglio sentieri, c’erano, quali pericoli e quanta solitudine e quanta tristezza. Vogliamo tentare anche un messaggio specifico per ogni viaggio?
Maria ed Elisabetta. Perché pensare solo a se stessi, quando c’è un problema?
Ci può essere un altro che ha lo stesso problema e forse più grosso del tuo. Perché non provi a vivere il disagio, la preoccupazione dell’altro, piuttosto che pensare solo a se stesso?
La nascita di Gesù. Se sei mamma, se sei papà, il bimbo che sta per nascerti è un altro Gesù: lo guardi, così ne avrai più cura, affinché come Gesù cresca “in sapienza, età, grazia presso Dio e gli uomini”. Ma anche se vuoi che ti nasca dentro un pensiero, un progetto di vita, una cosa difficile ma bella, hai bisogno di passare dal tuo sito di sicurezza, alla rinuncia, al sacrificio, ad un cammino in cui obblighi corpo e spirito a dura disciplina. Altrimenti non ti nasce nulla nella mente e nel cuore. Resti solo con te stesso, inaridito e diventi un infelice.
Da Betlemme al Tempio di Gerusalemme : questo viaggio lo devi fare sempre. E’ il viaggio dalla pochezza alla ricchezza di Dio, dalla tua relatività e contingenza all’infinito, dalla natura di figlio dell’uomo alla natura di Figlio di Dio. E’ un viaggio fatto di silenzi, ma anche di parole, di canti, di fantasie, di immaginazioni di come può essere ciò che è fuori da questo mondo. Respiri meglio se questo viaggio verso il “Tempio”, che non è solo la tua Chiesa, la tua parrocchia…, è la tua persona che abbandona il consueto e il ripetitivo e va oltre in una cultura alta che non è quella del libro, ma dell’anima che diventa parola, gesto, inventiva.
Ti immedesimi nella splendida figura di Giuseppe e Maria, nel loro silenzio di parola che ti stordisce, ma che tento di ripetere almeno in un pur piccolo cenno.
L’Egitto. Difatti ci sarà o c’è già, anche per te, un viaggio in Egitto: cioè la vittoria pur momentanea, di Erode, del male o addirittura del demonio. Allora scappi e non trovi nessuno che ti dia un pezzo di pane: ti capiterà di non trovare neppure una capanna o una grotta e neppure una mangiatoia con del fieno.
E se questo viaggio in Egitto lo fai senza parlare, senza frignare, dopo aver percorso gli altri tre, vuoi vedere che ad un certo momento, mentre ti aspetti il buio più pesto che ci possa essere, dentro e fuori di te, ti arriva una luce sfolgorante, un coro di Angeli che ti cantano, proprio per te il Gloria?
Allora sei sicuro di aver celebrato il santo Natale.