La sig.na G.G. mi internetta: "A un pranzo sociale, ho sentito un commensale chiacchierare in favore di un certo candidato politico; e per avvalorare la sua tesi ha detto che quello prega. Le chiedo: basta che uno preghi per dire che è un buon politico?"
Rispondo. Il tema preghiera e politica e' affascinante. Proprio in questi giorni ho saputo di un mio antico compagno di seminario che ha dato vita a un movimento contemplativo che s'intitola appunto "preghiera e politica".
Ma non credo che si possa affermare che la preghiera basta per fare un buon politico.
La preghiera, infatti, e' NECESSARIA, MA NON SUFFICIENTE, per fare un buon politico (buono, s'intende, in senso cristiano di verità, di giustizia, di onestà e di servizio).
Bisogna infatti vedere di che preghiera si tratti (p.e. di lode, di culto o di domanda?), come e a quale scopo venga fatta (p.e. perché il buon Dio gli faccia ottenere voti o perché lo aiuti a fare, eventualmente, con vero spirito cristiano, il suo servizio politico?).
Ricordo il film di Blasetti IO IO IO... E GLI ALTRI - conferenza sull'egoismo - dove un mafioso prega in ginocchio per non sbagliare la mira nel delitto che si prepara a compiere; e da' anche un'offerta per avvalorare la sua preghiera. E' preghiera buona quella? eppure è preghiera.
Si dirà che è un film; certo, ma Blasetti ha colto un caso emblematico per mostrare come l'egoismo si insinui anche nelle cose più sante. La preghiera - se non e' sufficiente per fare un buon politico - è però necessaria, perché la politica è servizio e non è sempre facile scambiare il servizio per il bene comune, col servizio per se stessi.
Egoismo, appunto. E per vincersi in questo sottilissimo e delicatissimo passaggio ci vuole umiltà (e la vera preghiera è umiltà) e aiuto divino. Per questo mi farebbe un po' paura il politico cristiano che non prega (come si deve, è chiaro!); ma non potendo sapere se e come prega, non mi sentirei di dire che uno è un buon politico perché prega.
Cordiali saluti e auguri di Buona Pasqua
P. Nazareno Taddei sj