PARLIAMO ANCORA DI AVVENTO di Mons. Giovanni Battista Chiaradia

...considerare la “mangiatoia” per non finire..nel nulla...

04/12/2012

 

Questa Domenica, due Dicembre, inizia l’Avvento in preparazione al Santo Natale.

Prima di essere un messaggio biblico è un momento umanistico di grande valore per la personalità umana. Quest’anno io penso un Avvento che punti sul comportamento quotidiano di Gesù, sulla sua presenza fisica come tipo di parola silenziosa che delinea la sua entità, iniziando dalla nascita che Luca ci tramanda nel suo vangelo: “Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce, lo pose nella mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo”.

Silenzio, imperturbabilità e regalità si incontrano in questa narrazione. Il punto massimo è il gesto della Madre di adagiare il neonato in una mangiatoia. E’ qui che nasce il presepio.

La regalità del Messia sta in quella mangiatoia. Qui inizia il “grund”, direbbe papa Ratzinger, la base del Cristianesimo: sei grande se diventi piccolo anzi un nulla.

Una meditazione sulla “mangiatoia” come posto regale, è la base del nostro presentarci all’altro.

Poi il Bambino lo vediamo a dodici anni. Un dì di Pasqua a Gerusalemme si allontana dai genitori per tre giorni, lo trovano nel tempio, in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a interrogarli.

Lo stupore ora diventa parola: in tre anni di vita pubblica Gesù parla nelle sinagoghe e nel tempio.

La sua conoscenza della Scrittura e la sua sapienza stupiva i suoi ascoltatori.

Bisogna stupire per essere ascoltati.

Il suo discorso è semplice, sa rendere comprensibili i più sottili concetti con immagini che sono familiari. Tutta la Galilea si rispecchia nel suo discorso: la semina, la trebbiatura, gli ovili, i greggi, i campi, le vigne. Non dimentica nulla.

Così anche noi non dobbiamo dimenticare nulla: le strade, le piazze, le scuole, gli ospedali, i tuguri, le panchine come dormitori, le case dell’inverosimile dove regna la nostra sconfitta, la sconfitta della nostra parola, delle nostre processioni.

Gesù cammina sempre per trovare qualcuno o qualcosa da salvare: dietro a Lui c’è sempre gente, come in quel giorno in cui si volta e vede tanta gente che ha fame. Un bimbo ha un po’ di pane e Lui lo divide per una folla: e ne rimane anche. Fossimo capaci anche noi! Che sconfitta per noi cristiani la fame!

Un Avvento che mi ponga sulle sue tracce: un avvento pensoso, silenzioso, nel frastuono di una ricorrenza inquietante.

È necessario urgentemente considerarla la mangiatoia per non finire, prima o poi nel nulla.

Giovanni Battista Chiaradia