PASSEGGIARE lungo mare, sdraiarsi in spiaggia sotto il sole che è 'frate', dice San Francesco, cioè fratello, ma è anche capace, quando s'infiamma, d'arrostirti come una salamandra, ti fa sentire libero e sereno, ma anche indifeso sotto il potente sguardo di madre natura della quale, con tutte le definizioni che le puoi dare, non ce n'è una che possa definire la sua intima essenza.
T'accorgi quindi che stai camminando in un mistero e, con umiltà, devi riconoscere di essere ignorante anche con tutte le scuole che hai frequentato con onore. Coerente con te stesso, cerchi di liberarti da quel maledetto orgoglio che ti rende saccente, padrone di tutto ciò che ti vive attorno.
Sei, sì, davvero, un essere di valore perché dotato di ingegno, di volontà, di inventiva, ma ti accorgi che sei avvolto da un mistero esistente nella natura, nella sua forza immane ed impensabile. Pensa ai terremoti che in questi ultimi tempi hanno scosso terra, mare, cielo e lo scienziato è lì, ammutolito con tutto il suo dire, la sua ricerca da millenni.
E se, mentre stai pensando a questi spaventosi e inconcepibili eventi o sonnecchi sotto l'ombrellone, un insetto di un certo tipo ti punge, ti manda in un quarto d'ora al cimitero, mettendo a tacere tutti gli scienziati di questo mondo!
Da qui, nasce un interrogativo. Ma sono proprio solo con la mia mente, con la mia inventiva, non c'è proprio nessuno che mi possa aiutare a far capire, oltre lo studio, che cosa mi sta succedendo attorno? La storia ha definito la natura 'madre', ma lo è davvero? Il vocabolo natura è attestato nella letteratura greca, come impossibile da definire. Difatti la parola deriva dal verbo greco 'muo' che significa chiudere la bocca.
Essendo mistero nasce nel tempo un tipo di celebrazioni culturali che, in genere, si tenevano in Grecia ad Eleusi ed ebbero, poi, una enorme diffusione in epoca ellenistica con il nome di mistero di Iside, Attis, Mitra…
Da quel tempo ad oggi, il mistero ha sempre dominato nell'uomo e nella natura attorno. Nella nostra tradizione greco-latina, è nato un vocabolo, anzi, un verbo 'aitein' che significa semplicemente 'domandare'. Da questo vocabolo è nata la preghiera: e la persona non si è più sentita sola tra le cose della natura. All'inizio è stata ammirazione di qualcosa di diverso e di potente che circonda la persona, anzi ti parla di come muoverti per conoscere il bene e fuggire il male, poi ti conduce verso un sapere che completa, ingentilisce, rassicura ed eleva al massimo la mente e il sentimento.
Sorge così una ricerca ed una letteratura che anche il laicismo più radicale considera positivamente per l'educazione della persona: teologia, ascetica mistica. Una catena di studio in cui ciascuno di qualunque tendenza culturale si sente avvolto in un comune destino. Noi cristiani purtroppo non siamo stati educati alla lettura quotidiana della Sacra Scrittura, non solo del Nuovo Testamento, ma dell'Antico in cui lo scopo dell'educazione è formare la persona che viva in totale obbedienza al volere di Dio. Tutto dovrebbe avvenire non tanto nelle Chiese e nelle loro strutture, ma nella famiglia in cui fede e cultura sono la base del quotidiano.