NELLA BIBBIA il tema della luce pervade ogni pagina, perché la luce è il principio della creazione evidenziato nella prima pagina della Genesi (1-2) 'Dio vide che la luce era cosa buona' tanto che essa divenne la realtà di tutta la creazione: cielo, terra, mare, astri e pesci, uccelli, animali, l'uomo, 'vengono alla luce'. Così la luce viene strettamente associata alla vita, e nasce un caratteristico vocabolario sull'uomo: si viene alla luce, si cammina nella luce, si fugge dalle tenebre e si diventa figli della luce.
Nel Vangelo di Matteo (6,22 ss.) e di Luca (31 ss.), viene presentato l'uomo religioso come uno specialista di Dio e delle cose alte che determinano la struttura dell'individuo, nel dovere e nella bontà.
Tuttavia, nella sua struttura animale, pur razionale, non ha coscienza della meraviglia del suo stato, lo supera, talora lo rovescia, lo cambia tanto che l'entità del suo essere diventa negativo e pericoloso.
Si comprende così la crudeltà nel piacere di torturare, ferire, degradare, insudiciare e finalmente uccidere, non solo chi si considera nemico, ma anche la persona più indifesa. Oggi la ferocia dell'imbrattare e uccidere, in un certo senso, ha superato l'eccidio degli ebrei nell'epoca hitleriana.
SE A QUEL tempo esisteva un pensiero politico, oggi, invece, il motivo è ben altro: è la persona invasa da voluttà, libidine che gli studiosi della psiche umana considerano come novità di una psiche malata. La situazione drammatica dell'uomo, nel quale la luce interiore si trasforma in tenebre, segna un fallimento non solo nel senso religioso, ma anche nel senso totalmente umano che sta perdendo il suo costitutivo che lo rende diverso dalla ferocia di una bestia. I testi evangelici presentano una visione drammatica dell'uomo che viene a contatto con Gesù-luce.
Da una parte la salvezza che Gesù offre e l'uomo accoglie è descritta nel vocabolario della luce, dall'altra il rifiuto dell'uomo viene espresso attraverso il vocabolario delle tenebre. Anzi, la drammaticità consiste nel fatto che l'uomo può preferire le tenebre alla luce. Il Vangelo di Giovanni (3,19 ss.) 'La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie'. Per Gesù anche l'uomo è luce, è figlio della luce, la sua persona è nella luce e come tale deve risplendere. Così il Vangelo di Matteo (5,14 ss.): 'Voi siete la luce del mondo: una città posta su un monte non può restare nascosta, nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, la si pone invece sul candelabro affinché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa'.
In Giovanni (3,19) il giudizio finale è formulato attraverso la contrapposizione luce-tenebre: nelle tenebre è racchiuso il potere oscuro del male. Gesù-luce è venuto per liberare l'uomo dal potere delle tenebre. Paolo ci presenta un esteso vocabolario sul concetto luce-tenebre: esorta il cristiano a 'camminare nella luce', 'ad essere figlio della luce', 'a indossare le armi della luce' e 'a gettare via le opere delle tenebre'. Ciò che era impossibile all'antico Israele attraverso la sola legge, ora è possibile nella persona di Cristo: 'in Lui Dio ha strappato l'uomo dal dominio delle tenebre e l'ha trasferito nel regno del suo amato figlio' (Col. 1,13)
Mons. Giovanni Battista Chiaradia