Siamo stati qualche volta nel deserto? La domanda è strana, ma non è di carattere turistico. Se ci siamo entrati, probabilmente non vedevamo l’ora di uscirne! Sabbia, sassi, frammenti di roccia…Neanche un filo d’erba ci parlato di vita! È vero, ci sono le oasi, ma il deserto è proprio…deserto! Se mi perdo dentro senza acqua, senza telefonino, senza nessun aiuto di nessun genere, per me è finita: bruciato dal sole o terrorizzato dal freddo notturno.
Il vangelo di oggi parla del deserto…che siamo noi! E nel deserto, ci ricorda Giovanni Battista, sta per arrivare il Signore. Fuori della metafora: stiamo vivendo nel tempo di preparazione alla festa del Natale. Se vogliamo comportarci da cristiani, qual è il modo conveniente di prepararci a ricevere Gesù in arrivo? Quello di esortare i nostri bambini a pensare al presepio? Forse anche a fare qualche risparmio per aiutare i poveri, che allora, due mila anni fa a Betlemma erano i pastori, e oggi sono le persone senza casa, senza famiglia, senza patria? Certamente anche queste buone azioni fanno parte della preparazione al Natale. MA il vangelo di oggi, attraverso la voce di Giovanni, esige altre condizioni, ben più importanti e difficoltose da preparare. “Nel deserto, egli esorta, preparate la via al Signore”. E poi passa alla pratica: “Colmate le valli e abbassate i monti! Il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura!” Il discorso è rivolto a persone adulte, non a bambini che non capiscono…la morale della favola, (che favola non è!). La nostra preparazione al Natale aspetta da noi adulti soprattutto umiltà interiore e carità vera verso il prossimo. In mezzo agli altri siamo sempre come l’olio, sopra tutti? Nella ricerca del nostro comodo pensiamo mai agli altri che stanno peggio di noi? Colmare le valli significa, tra l’altro, dividere il nostro superfluo con chi manca del necessario. Abbassare i monti vuol dire anche interessarci delle vittime della violenza, della guerra, della povertà di cibo, di lavoro, di abitazione, di compagnia, di tutto. E quelli non sono gli abitanti della…Luna! Vivono e sopravvivono vicino a noi. Ci vogliono occhi e cuore, per accorgerci della loro esistenza, e buona volontà per dare loro una mano, la nostra, senza aspettare che a loro pensino quelli a cui tocca…
Don Adelio Cola