1.Il tempo della vendemmia in Italia è oggi un ricordo fresco; quello dell’uva è realtà che, per chi vuole, dura tutto l’anno. Gesù nell’odierna pagina di vangelo parla del ricco padrone d’un grande vigneto e del comportamento dei vignaioli ai quali lo diede in affitto. Essi tentarono di impossessarsene con la violenza. Naturalmente non ci riuscirono e furono giustamente castigati. Parabola o fatto di cronaca, il caso riguarda me che scrivo e voi che leggete. Il padrone del vigneto è Dio Padre, le piante delle viti simboleggiano Gesù, gli operaio, fedeli e infedeli, siamo tutti noi. Domanda: quando sono diventato ‘operaio’ del vigneto? Risposta: il giorno del mio battesimo. Seconda domanda: come mi sono comportato nel lavoro, con fedeltà o con violenza? Qui la risposta è troppo personale per essere detta in pubblico, ma non si può accantonarla: la coscienza, se è sincera, non si riesce a farla tacere.
2. La verità è talmente grande, che non è possibile abbracciarla con un’unica spiegazione. Torniamo al giorno del nostro battesimo. E’ stato senz’altro la nostra chiamata al lavoro nella proprietà di Dio, ma anche molto altro! Il sacramento ci ha “innestati” nella vigna, che è Gesù, in modo tale che da allora noi siamo suoi tralci, facciamo parte della vigna di Dio. Se fosse la prima volta che ascoltiamo queste parole di Verità, bisognerebbe spiegarle ad una ad una. Se non è la prima volta, come penso e credo, io dico a me stesso e a chi lo desidera: pensa, o cristiano alla tua dignità: sei stato scelto da Dio a far parte viva del Cristo totale, la sua Chiesa, la sua Vigna, il suo Corpo mistico. E’ a questo punto che la seconda domanda sopra riferita insiste per ottenere risposta non evasiva. Fedeltà e infedeltà/violenza, corrispondono a conformità o difformità con i dieci Comandamenti della legge di Dio, che mi qualificano come tralcio vivo o morto, come operaio degno di premio o di castigo. Buon per me e per tutti che il padrone della vigna è Padre infinitamente buono e misericordioso, sempre pronto a farmi rivivere, se ne ho bisogno, e cioè a reinnestarmi nella vigna viva che è Gesù. So che queste sono verità troppo grandi per comprenderle e accettarle immediatamente. Allora, lettore amico, ti consiglio di aggiungere alla mia preghiera per te anche la tua. E abbi pazienza e fiducia: il Padre nostro che è nei cieli ti aspetta per riabbracciarti.
DON ADELIO COLA