Si conclude la Quaresima - di Mons. Giovanni Battista Chiaradia
...è il giorno della verità...
10/04/2011
Questa quinta Domenica segna la conclusione della Quaresima.
Il Profeta Ezechiele, nella prima lettura della Santa Messa, ci detta un esame di coscienza sul come abbiamo vissuto i giorni quaresimali. È stata un sepolcro la Quaresima, nel senso di inserirsi nel profondo della coscienza per sapere cos'è il male? per conoscere la capacità della vergogna che tenta di sparire dalla conoscenza? per impallidire di paura di fronte al male inteso come un dardo nel cuore di Dio e dei fratelli?
Abbiamo la coscienza di giurare con la mano sulla Croce che non guarderemo più in faccia il peccato? Il profeta Ezechiele ci rammenta il perdono di Dio: «Io apro le vostre tombe, vi faccio uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete. Però dovete riconoscere che io sono il Signore!»
Ecco la conversione: «Io sono il Signore».
Questa Domenica è il giorno della verità. La scienza non ha detto tutta la verità di noi stessi e di tutto ciò che è attorno a noi, in terra, nei cieli, nelle acque ed anche nell'intimo della nostra coscienza. La Scienza non è capace, nel corso dei secoli, di capire chi siamo, qual è veramente la nostra struttura per cui noi viviamo. Noi siamo un mistero e il mistero è Dio. Lo portiamo nel sangue, nel cervello, in ogni passo del nostro andare nel tempo, la seconda lettura di Paolo ai Romani ci rammenta che noi non possiamo essere sotto il dominio della carne per conoscere noi stessi. In noi abita lo Spirito di Dio. Cosé lo Spirito di Dio? La nostra stessa costituzione personale, il nostro pensiero e il linguaggio che lo esprime. La biologia non ha detto tutto dei nostri nervi che ci permettono di camminare, stringere una mano, salire una scala. Sta lì in quei movimenti della quotidianità che dobbiamo avvertire la presenza di Dio, allora tutto diventa preghiera senza parole.
Tutto è presenza del divino. In questo periodo quaresimale ci siamo rapportati alla presenza di Dio, come appare nelle pagine dell'Antico Testamento?
Nel Sole, nella luna, nelle stelle?
Con l'apparizione del Cristo, la presenza di Dio si è fatto «pane», «vino», in quella sera di fine quaresima di Gesù, nell'ultima cena. Ora la presenza del Figlio di Dio la troviamo nelle Chiese, nei Monasteri, nei Santuari e la troviamo in maniera personale dentro di noi se lo vogliamo nel nostro corpo. Così, ora non è più necessario un tempio per incontrare la presenza di Dio, anche se il Tempio resterà quando vogliamo essere insieme per incontrare il Cristo.
Questa Domenica non solo è il segno del termine della Quaresima è l'inizio della fase conclusiva del Cristianesimo che rimarrà nei secoli. Il «Corpo di Cristo» nell'Eucarestia è la presenza di Dio costante in mezzo a noi, anzi dentro di noi se non lo vogliamo ricevere.
Oggi, quindi è la Domenica in cui termina la «presenza dello Spirito di Dio» e inizia la «presenza del corpo del Cristo».
Noi quindi non abbiamo solo quelle terminologie sempre caratterizzate dalla nostra fede in cui guardando il cielo pensiamo al Creatore. Il Dio è con noi, anzi dentro di noi se lo vogliamo prendere come pane per camminare sicuri e non inciampare.
Nasce la parola EUCARESTIA, due vocaboli greci uniti insieme EU=bene KARIS=grazia; tentano di presentare l'infinito dono di Dio per camminare nel tempo assieme a Lui.
Memoria fondamentale per una vera civiltà, per non entrare continuamente nel buio e smarrire la strada maestra NON TANTO DI UNA RELIGIONE, QUANTO del quotidiano nostro.
Mons. Giovanni Battista Chiaradia