L'Epifania del Signore - di Don Gigi Di Libero sdb
La vita quotidiana, e il ''saper vedere la stella''
06/01/2011
Il senso missionario preminente che mi ha sempre aiutato a vivere con gioia ed entusiasmo la festa della EPIFANIA del Signore Gesù alle genti, considerava soprattutto il flusso evangelizzatore proiettato verso i confini del mondo: si celebra, infatti, la rivelazione (“epifania” appunto) di Gesù alle genti della terra, soprattutto se pagane o non cristiane, e questo flusso mi tocca ancor più, anzi mi provoca perché necessita, per volontà dello stesso Gesù, anche della nostra e mia iniziativa e impegno missionario.
Quest’anno sono colpito, e con gioia e meraviglia maggiori, da un altro senso del flusso missionario dell'epifania: “rivelazione” di Gesù a tutte le genti, a tutti i popoli, a tutti gli uomini e le donne che, come i magi, lo stanno aspettando e cercando, con profonda ansia e aspirazione interiore: essi infatti lo hanno già visto misteriosamente dentro di loro, nelle persone e negli eventi vissuti, nelle sofferenze e nelle meraviglie sperimentate dentro e fuori di loro.
Essi, incredibile e impensabile meraviglia, hanno visto la stella … hanno già percepito il profumo della sua presenza e ne sono stati inebriati.
Non sanno ancora come è nel sue fattezze umane e divine, non sanno ancora pronunciare con amore il suo santissimo nome, non conoscono ancora il luogo dove possono ritrovarlo, fermarsi da lui a mangiare un boccone per, poi, accovacciarsi incantati ai suoi piedi, come Maria, ad ascoltarlo in profonda e amante adorazione.
Ma hanno visto la stella!
Sono sicuri che c’è … sanno che li sta attendendo … essi stessi non vivono che per incontrarlo, riconoscerlo, abbracciarlo e amarlo teneramente e appassionatamente.
A loro sono stato fortunatamente obbligato a pensare, nella mia preghiera festosa di questa festa dell’Epifania, stimolato da una frase del Cardinale Martini, citata da un sacerdote in una delle tante omelie lette in internet: "Arriva alla fine chi ha visto la volpe". “Cioè chi ha fatto un’esperienza autentica di Dio non può più tirarsi indietro. L’aneddoto descritto dal Cardinal Martini racconta che tanti sono i cani che partecipano alla caccia della volpe, ma poi durante il cammino ci sono quelli che si stancano, quelli che si fermano, quelli che sono affamati. Soltanto alcuni cani resistono sino a quando hanno scovato la volpe: sono quei cani che all'inizio l’hanno vista, ce l’hanno impressa negli occhi e non la mollano più.”
Come vorrei che io stesso, voi tutti che condividete con me queste riflessioni, i tantissimi amici e amiche sparsi per il mondo che ho avuto la gioia e la fortuna di conoscere e apprezzare e amare, e, più in generale, tutti gli uomini e le donne del mondo, soprattutto le più povere, disperate e sofferenti, fossero nel numero di quelli che hanno visto la stella!
Nel loro intimo sanno che Lui c’è e ci sta aspettando … sanno, sappiamo, che solo scoprendolo e riconoscendolo saremo finalmente felici e contenti di vivere, di lottare, di lavorare da mattina a sera, spesso senza soddisfazione e gratificazioni, perfino saremo felici nella sofferenza amata e amante che ci farà sacrificare perché altri siano felici e abbiano la vita.
Spesso io mi ritrovo a lavorare come un condannato ai lavori forzati, per abitudine, per amor proprio, per caparbietà, per non darla vinta orgogliosamente a chi mi ha sempre detto che sarei un fallito …
Spesso mi alzo forzatamente al mattino ma non sente la gioia di vivere e di iniziare una nuova giornata nella gioia della speranza e del dono …
Spesso non so per chi vivo, mi sacrifico o lotto o mi do da fare, e tiro dritto immusonito e triste, come un rassegnato alla ricerca di senso, di luce, di amore, di sorriso del cuore …
Spesso mi lascio vivere nella distrazione e nella sciatta abitudine di una vita trascinata, ricca di tante cose da fare e da realizzare, ma vuota di amore e di senso umano, di relazione affettiva e di entusiasmo vitale e contagioso di chi ha la gioia nel cuore di essere amato da qualcuno che gli dà più energia della bomba atomica …
E credo che questa serie di “spesso” li abbiate sperimentati anche voi … anche quelle migliaia di persone che si accalcano intorno a me, nella metropoli in cui vivo, quasi sempre tirati e incupiti … tristi!
Non abbiamo visto la stella!
O forse non ce ne siamo ancora resi conto …
Non ci siamo ancora fatti inebriare dal profumo inconfondibile del nardo prezioso che la dolce figura del Risorto sprigiona e va diffondendo nel mondo intero, perché tutti ne vengano catturati e conquistati e si mettano alla sua ricerca per arrivare finalmente a riconoscerlo, chiamarlo per nome con amore e perdersi nell’abbraccio di comunione tra le sue braccia!
Che sia questo renderci conto che abbiamo visto la stella, il modo con cui quest’anno riviviamo la festa della EPIFANIA DEL SIGNORE!
don gigi di libero sdb