Bartimeo, il cieco fedele - di Don Adelio Cola
27/05/2010
- Gesù esce da Gerico: perché vuole incontrare e illuminare il cieco.
- In mezzo alla folla egli tende l’orecchio al cieco seduto e in silenzio.
- Gli fa sentire la voglia di invocare lui, il maestro. Perché lo vorrebbe illuminare.
- Non lo obbliga, gli fa venire la voglia con la speranza ‘impossibile’ di guarire dalla cecità.
- Egli grida per attirare la su attenzione, cosa molto improbabile che succeda tra il frastuono della folla.
- Eppure succede.
- Chiamatelo, ordina Gesù.
- Non poteva chiamarlo egli stesso? Certamente.
- Eppure lui, causa prima, sceglie di servirsi delle cause seconde. Perché? Perché di sì e basta così.
- Coraggio, gli dicono. Ma lui non ha bisogno di coraggio ma di luce. Tant’è vero che prima insisteva nel ‘gridare’, anche se la folla cercava di zittirlo. Se badi gli altri, stai fresco, cioè resti cieco!
- Ti chiama, gli comunicano. Come quella volta a qualche altro con Anania. Perché così? Perché sì. Dio sceglie così e se lo fa vuol dire che non c’è di meglio al mondo.
- Appena riceve la comunicazione, butta via il mantello. Si corre meglio senza pesi addosso. Chi gli suggerisce il gesto? Lui non lo sa ma è Gesù che lo invita e lo aspetta per illuminarlo.
- Corre subito. Timeo Jesum transeuntem. Chissà se Egli ripasserà di qui. Mi conviene correre subito.
- Vedi il Vangelo di P.P.P. quando Gesù passa e chiama e non torna indietro. E’ un’intuizione evangelica del regista, meravigliosa, sanatoria di tante miserie umane. Eccetera qui ora.
- Che cosa vuoi, non soltanto, ma che cosa vuoi che io ti faccia? Chiedimi, dunque, quello che vuoi, senza limitazioni e condizioni:sono onnipotente. E l’altro lo intuisce. Intuisce la verità come i bambini quando parlano papà e mamma, che per loro sono onnipotenti.
- C’era bisogno che il cieco comunicasse la sua cecità? No, Gesù di Nazaret ci vedeva bene. Perché Dio aspetta che gli chiediamo quello che egli conosce ciò di cui abbiamo bisogno prima ancora che noi lo conosciamo bene e glielo chiediamo? Perché? Perché egli ha scelto così. Vuol dire che non c’è di meglio al mondo in quanto a ‘politica’ tra noi e Dio, tra Dio e noi, in questo caso tra Bartimeo e Gesù. Dai, cieco, digli che sei cieco e chiedigli che ti illumini. Ma è inutile, lo sa che sono cieco e poi mi vede e poi lo sa quello che desidero da lui. Chiediglielo lo stesso. Lui vuole così e va bene così e non di meglio al mondo che fare così come lui ha scelto che le cose nostre funzionino con lui. Dai, chiedi e abbi fiducia come un bambino.
- Che io veda. E già, cos’altro ti posso chiedere? Puoi fare l’impossibile? Non è questa però la domanda, che non mi passa neanche per l’anticamera del cervello. Tu sei onnipotente e io non so come mai ci credo ma ci credo
- E’ proprio perché ci credi che adesso ci vedi perché io ti illumino.
- E poi il vedente che un momento prima era cieco lo segue in mezzo alla folla.
- Ma non si confonde con la folla. E’ un individuo, indiviso in sé e diviso dagli altri. Riconoscente d’amore individuale e non generico confuso con la folla in processione. E lo segue senza sapere dove l’altro sta andando.
- E non gli interessa sapere dove sta andando. Sta andando con lui, con l’onnipotente. Sa e ne ha le prove che egli lo conosce e che gli vuol bene se no non lo avrebbe illuminato.
- Niente ragionamenti. Egli mi ama e io vado dove va lui.
- Poi scoprirò che lui va dove il Padre suo vuole che vada. E lui ci va perché sa che il Padre gli vuol bene come lui vuole bene a me e mi ha illuminato. E io lo seguo e mi fido di lui che mi vuol bene e mi vuol bene anche se in qualche momento di confusione la folla ‘starnazzerà’ e io lo vedrò in modo un poco confuso e lo sentirò un poco debolmente anche perché non ci vedo sempre bene e non ci sento sempre bene ma so che lui mi vede bene e mi sente bene e mi continua a vedere e a sentire e a volermi sempre bene.
- Avanti allora coraggio che lui è con me.
Don Adelio Cola